Dalle stelle alle stalle (a patto che siano state stelle..).
Questa, in definitiva, può essere la chiave di lettura del film di Ted Demme, uscito nel 2001, in cui uno strepitoso Johnny Deep veste i panni di George Jung, trafficante di droga realmente esistito e primo ad aver iniziato lo smercio di cocaina sull'asse Colombia-U.S.A. tra gli anni '70 e '80.
Nato in una normale ed umile famiglia del Massachussets, il giovane Jung cresce con l'esempio di un padre (Ray Liotta) che, nonostante sforzi immani, non riesce a garantire un adeguato tenore di vita (assurdo per pretese) alla moglie (Rachel Griffiths) e con il compagno di infanzia, il memorabile "big man" Tonno (Ethan Suplee).
La madre abbandona ripetutamente i due, per poi tornare ogni volta accolta a braccia aperte, ma quando l'azienda del padre fallisce, George si ripromette che mai avrebbe fatto la fine dei suoi genitori e, insieme all'inseparabile Tonno, parte per la California, affitta un piccolo locale e inizia a frequentare le spiagge e il giro degli sballati.
All'inizio tutto è O.K.: feste sulla spiaggia, marijuana come se piovesse, ragazze.. Tante ragazze.
George si innamora di Barbara (Franka Potente), una hostess (tutte in realtà fanno quel lavoro), e la ragazza lo instrada sulla via del "fumo", facendogli conoscere uno spacciatore bisex, tal Dereck (Paul Reubens) che accetta di iniziare con i due ragazzi uno smercio di ganja tale da farli arricchire in breve tempo, apparentemente senza "rischi".
Il commercio va avanti e si espande, grazie all'entrata in scena di un vecchio amico dei due, anche sulla costa Ovest, e ben presto Jung diventa uno dei più affermati e potenti trafficanti di marijuana degli Stati Uniti. Arriva il lusso, ma lui, non soddisfatto, vuole avere di più e parte, insieme alla comitiva di amici, per il Messico, in cerca di un fornitore stabile di erba, quindi senza intermediari che glli compromettano il guadagno.
L'operazione va in porto e, con spedizioni aeree un pò rocambolesche, il commercio si espande a macchia d'olio, arriva una lussuosa villa ad Acapulco, ma poco dopo la polizia lo arresta con 440 kg. di roba e lo condanna a due anni di reclusione. Intanto Barbara muore per un tumore, questo segna profondamente la vita di George, che decide di non presentarsi al processo e di vivere da latitante. Un giorno si presenta dai suoi genitori ed è proprio la madre ad incastrarlo e farlo catturare.
In carcere conosce quello che si sarebbe rivelato in seguito la sua rovina, Diego Delgado (il sorprendente Jordi Molla) e i due progettano di mettere in pista un grosso traffico di cocaina. Memorabile la frase (pensata) da Jung in carcere "Ne entrai con un diploma in marijuana e ne uscii con un dottorato in cocaina" (il carcere, quindi può anche "insegnare").
Uscito di galera George contatta subito l'amico Diego e i due iniziano a contrabbandare cocaina, prima in piccole quantità (qualche decina di Kg.) poi via via la mano si fa pesante e, per una "leggerezza" commessa da Diego (risolta dall'amico yankee), i due vengono convocati da "Mr. machico" in persona, il Signore della droga Pablo Escobar (Cliff Curtis), che prende sotto la sua ala protettrice George e lo fà diventare "il suo uomo n° 1" sull'asse Medellin-U.S.A..
George intanto conosce quella che diventerà la sua sposa, Mirtha (Penelope Cruz) ad una festa dei boss colombiani (la stessa Mirtha è fidanzata con un pezzo grosso del clan) e se ne innamora perdutamente, incurante dei rischi a cui va incontro. Bellissima la scena dove, tra la numerosa schiera dei partecipanti, lui scorge la ragazza e rimane folgorato: tutto procede a rallentatore, George si fa largo tra la gente, come ipnotizzato da tal visione, la raggiunge, le parla e subito dopo i due finiscono avvolti da una passione travolgente.
Ricordate quello che pensò George quando il padre andò in bancarotta? Bene, perché la vita di Jung finì più o meno per seguire il binario dei genitori.. Nonostante il lusso sfrenato in cui i due vivevano, Mirtha si rivelò avida come la madre di Jung, cocainomane fuori di testa, anche se incinta di una bellissima bimba e, dapprima pugnalato alle spalle dall'amico Diego, dagli "amici" trafficanti, il protagonista si fa incastrare anche dalla moglie, che lo fa arrestare per possesso di cocaina.
Da qui in poi il declino è inesorabile: il carcere, il divorzio e il fallito tentativo di recuperare il rapporto con la figlia, naufragato in un blitz dell'FBI mentre tentava di rimettersi in pista nell'unica cosa che "sapeva fare bene" ovvero, contrabbandare cocaina.
Il film si chiude con un vecchio Jung, costretto ormai a marcire in carcere, che un giorno, mentre è di turno nelle pulizie del penitenziario, ha la visone della visita della figlia, ormai grande e anche gran bella figliola devo dire, che intrattiene con lui un piccolo discorso strappalacrime e poi svanisce nel nulla..
Menzione particolare per la colonna sonora del film, che vanta nomi del calibro di Rolling Stones ("Can't You Hear Me Knocking"), Bob Dylan ("All The Tired Horses"), Cream ("Strange Brew"), Ram Jam ("Black Betty"), Lynyrd Skynyrd ("That smell"), sicuramente scelta per mano dello stesso Deep, in quanto musicista militante, alla chitarra, in svariate band: "Flame", "The Kids", poi "Rock City Angels", che apriranno per icone qualy Iggy Pop (suo idolo), Talking Heads, e Billy Idol.
Se volete un film non impegnato, con una buona morale di fondo, e trascorrere due ore in relax tra marijuana, nella prima parte "veloce" e cocaina nella seconda più "lenta" (che controsenso eh?), questo è il film che fa per voi.
Non aspettatevi però un capolavoro..
Buona visione.
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