Facile parlare di modern metal oggigiorno: attingi a piene mani da vari generi, unisci il tutto e il gioco è fatto. In alcuni casi i risultati sono scabrosi, in rare eccezioni si ha a che fare con produzioni interessanti.

I Teksuo con l’album d’esordio “Jiang Shi” nel 2010 davano l’idea di essere una band derivativa, con mille idee in testa difficilmente concretizzabili coi mezzi a disposizione. Oggi con “Threnos” le cose sembrano essere radicalmente cambiate: vuoi per la crescita tecnica dei singoli musicisti e per la scelta azzeccata di prodursi autonomamente il disco nei propri studi. Scelta questa che sembra aver dato la giusta tranquillità ai protagonisti, privi di linee guida dettate dal produttore di turno e proprio per questo motivo liberi da ogni catena legata a sperimentazioni e soluzioni nuove ai loro occhi.

Partendo da queste considerazioni ecco dodici brani di buona fattura, dove il background stilistico scandinavo esce orgoglioso così come la volontà di questi spagnoli di rendere ancor più inusuale il tutto. Come? Avvicinandosi con intelligenza ad altre tipologie di metal attraverso piccoli dettagli, che vanno dai breakdown piazzati nei momenti più heavy del disco ad aperture rock oriented tipicamente US style (vedi ciò che hanno fatto fatto i Killswitch Engagè in “The End Of Eartache”) che danno ampio respiro al songwriting dei Teksuo. Giusto infine menzionare il buon lavoro svolto sulle liriche, molto più d’impatto che in passato e abili nello sfruttare le potenzialità in chiave melodica e screamo del cantante. Tremenda l’immagine di copertina, ma questo è un piccolo particolare che non riesce a macchiare quanto di buono fatto dal combo spagnolo, mai così ispirato prima d’ora.

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