Cercando qualche canzone riguardo i Television nell'ampio panorama di Internet, mi sono imbattuto in questi a dir poco eclettici Television Personalities. L'album è datato 1984, ma le atmosfere che riescono a creare sono tra le più disparate. Si possono trovare quell'insieme di stili che appartennero e appartengono tutt'ora ai più disparati artisti sperimentando nuovi modi di raccontare ed esporre i propri testi.

La canzone di apertura "Come and smell the roses" è molto affascinante e rilassante con quel non so cosa che la rende simile ad un qualsiasi lavoro di Lou Reed (chi ha detto "It's a perfect day"?). La traccia successiva è la title-track ed è più movimentata e presenta la voce distorta del cantante che sembra in un qualche modo ridipingere il mondo in uno parallelo analogo a quello nostro, ma in maniera astratta. La canzone successiva sembra sia stata usata dai Sonata Artica in "Replica" in quanto l'attaco e le strofe sono identiche, nonostante questi siano su un genere (e vent'anni prima quasi) completamente diverso dal power metal del qui citato combo finlandese. "Bright sunny smiles" è composta in maniera alquanto clownesca, come a voler tirar su il morale di chi ascolta e cantata in modo sgangherato per cercare di far ridere o di far comprendere quello a cui inneggia la canzone, ovvero il buon umore nonostante il finale un po' in "depressione", che lascia il passo ad un altra bella, ma molto blues nell'umore. Strumento principale è infatti l'armonica di stampo puramente blues che accompagna e spesso sovrasta la voce del singer che sembra non cantare, ma parafrasare una storia sul tipo "The end" dei Doors, ma senza le deliranti previsioni di Jim e dei viaggi della band.

La successiva "A sense of belonging" risulta piacevole e più easy listening di tutte le altre canzoni presenti nell'album. Con "Someone to share my life with" si arriva alla parte più dolce dell'intero album con una voce che sempra non voler supportare a sufficenza la delicatezza delle parole, forse per non apparire eccessivamente melensa e iperglicemica. "You'll have to scream louder" rappresenta secondo me il pezzo più bello dell'album. Ancora una volta infatti, è la voce a farla da padrone ad esprimere la voglia di disperazione e che farebbe scattare la voglia di "urlare più forte". "Happy all the time" riprende il filone canzoni allegre che dovrebbero tirar su il morale, ma che poi il mondo finisce sempre per tirare giù, lasciato in sospeso da "Bright sunny smiles". "The girl who had everything" sembra strizzare molto l'occhio a Velvet Underground e ad Iggy Pop & the Stoogies, mentre "Paradise estate" sembra quasi allontanare tutti e tutto da sè lasciando un senso di solitudine spiazzante. L'ultima traccia (Back to Vietnam) viene esposta in maniera alquanto bizzarra, in quanto le parti cantate sono continuamente sovrapposte a specie di comunicati di telegiornali e notiziari, mentre la musica è una rivisitazione delle sonorità anni 60/70 dell'epoca guerra in Vietam.

Per molti versi le canzoni e lo stile con cui vengono proposte appaiono come un incrocio tra Bob Dylan e i Radiohead con la supervisione psichedelica di un Syd Barrett ai tempi d'oro. Non a caso il titolo di una delle loro opere è "I know where Syd Barrett lives". A mio modo di vedere (ascoltare) questo cd è sicuramente eccezionale con scelte stilistiche alquanto discutibili, ma veramente azzeccate nel loro contesto. Risulta essere molto sperimentale e a molti potrà sembrare insensato, ma a me piace veramente un sacco.

Consigliato a chi è di vedute aperte in ambito musicale.

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