Non sempre le recensioni si scrivono per elogiare un gran risultato o per criticare un lavoro andato poco bene. Spesso ci si sente semplicemente in dovere di indicare un gruppo di cui si intuiscono le potenzialità. Non spenderò molte parole per questo lavoro che resta relegato ai pochi che conosco il gruppo in quanto una già affermata realtà locale, realtà che comunque vorresti vedere travalicare i confini regionali per essere proiettata nello scenario musicale che conta. Questo perché 'Setback On The Right Track' è davvero un lavoro pregevole a cui vorresti vedere attribuiti i meriti che gli spettano.

Già la prima traccia fa intuire che non si ha di fronte uno dei qualsiasi gruppi indie che si rifà agli ormai istituzionalizzanti clichè del genere. I Tellaro hanno personalità e ci tengono a dimostrarlo con 1985, un pezzo sostenuto da interferenze elettroniche su cui chitarre classiche e calde voci disegnano una ammalinate e coinvolgente melodia. Subito dopo si cambia registro, una chitarra cadenzata, quasi folk, introduce When I Died Alone, uno di quei pezzi che fa restare la tua ragion critica in bilico tra un giudizio severo che si appiglierebbe a criticare l'orecchiabilità del pezzo, e uno che comunque non riesce a negare la strana bellezza che quei tre minuti di musica possiedono. Ma a parte qualche eccezione ciò è una costante per tutto il disco. Non si riesce a capire se i Tellaro siano uno di quei gruppi che cerchino un pop "alternativo", ma comunque di facile lettura, per pescare un ampio pubblico, o se sotto ci sia qualcos'altro. In realtà ascoltando più volte i pezzi si capisce che sono molto più complessi di quanto, ad un primo impatto, possa sembrare. Ciò è la conseguenza del maggior dote dei Tellaro, quella di saper comporre pezzi che accarezzano l'ascoltatore, pezzi orecchiabili, ma non banali, anzi... Ne sono dimostrazione la splendida I Was 70% Water, davvero uno di quei pezzi che valgono un disco, o le bellissime Kamer Te Hur e Cyclop's Helmet.

'Setback On The Right Track' non è un capolavoro, non è uno di quei dischi che aprono le porte dell'olimpo della musica ad un gruppo, tuttavia è davvero un lavoro che merita di essere ascoltato e apprezzato. Senza cadere nella banale polemica dei circuiti musicali commerciali che soffocano le piccole e meritevoli realtà, mi spiace soltanto che l'originalità di questo trio siciliano non giunga alle orecchie di un più ampio pubblico. Ciò non solo perché essi meritano, ma perché è davvero un piacere privato a quel pubblico che sconosce questa piccola ma splendida realtà musicale.

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