Se leggete i commenti su Youtube di alcune canzoni degli Xiu Xiu (soprattutto dei primi album), potrebbe capitarvi di notare delle discussioni scaturite da qualcuno che sostiene che tale canzone sia una cover di un altro gruppo. A meno che non stiate ascoltando la loro versione di "Ceremony" dei Joy Division, molto probabilmente i due gruppi più citati avranno gli improbabili nomi di IBOPA e XITSJ.
Se le canzoni in questione, nonostante siano effettivamente cover di questi due effettivamente esistenti gruppi, sembrano essere state non solo arrangiate, ma anche scritte sin nel più piccolo particolare da Jamie Stewart, bé, effettivamente è perché lo sono.
I Ten In The Swear Jar (abbreviati spesso in XITSJ dove X è inteso come numero romano) sono stati in attività per un solo anno dal 1999 al 2000, e i suoi cinque membri venivano tutti dagli IBOPA (Indestructible Beat Of Palo Alto). Si tratta dei primi due gruppi in cui Jamie Stewart era il cantante che abbiano registrato qualcosa.La loro produzione è molto difficile da trovare, ma Accordion Solo! è un album pubblicato nel 2005 che contiene live, canzoni e registrazioni dal vivo risalenti agli anni d'attività della band. Insomma una specie di Greatest Hits credo, che contiene anche molte delle canzoni rifatte dagli Xiu Xiu e da cui quindi ho deciso di cominciare a conoscere questo gruppo.
Il suono complessivo di Accordion Solo! è vicinissimo a quello dei primi Xiu Xiu, data la vicinanza temporale strettissima dei due progetti: arrangiamenti minimali, sintetizzatori bizzarri, momenti di calma incredibile alternati senza alcun preavviso né piano prestabilito a momenti rumorosi e coinvolgenti (o solo strani a volte). Basta guardare la traccia d'apertura: "Hot Karl", che da pochi effetti tastieristici e una chitarra appena strimpellata passa ad un crescendo che sfocia nella voce distorta e frenetica di Jamie Stewart. Una soluzione che aprirà molti album degli Xiu Xiu. Bisognerebbe credo considerare Accordion Solo! come un album a sé stante che come qualcosa che prelude agli Xiu Xiu, perché lo stile dei XITSJ può essere sconvolgente sia per qualcuno che per la prima volta si approccia a questi suoni sia per un fan di Stewart, magari abituato ad un maggiore minimalismo o ad un suono più rarefatto o studiato.
A fare la differenza è innanzitutto la strumentazione bizzarra. Oltre a chitarra, basso e tastiere troviamo violini, fisarmonica e sassofono, che spesso sono responsabili dei momenti più coinvolgenti dell'album, togliendo alle tastiere il primato che avranno negli Xiu XIu e con la loro presenza inusuale forse sorprendendo ancor di più l'ascoltatore.
Le percussioni sono molto più convenzionali rispetto quelle degli Xiu Xiu e insieme al basso mixato notevolmente meglio rispetto al futuro (ma sempre suonato da Cory McCulloch, che secondo me qui regala una delle sue migliori prove) danno l'idea di un suono più compatto e, appunto, a quello di una band di musicisti che suona i brani dal vivo. Non ci sono i cambi di stile spiazzanti che caratterizzeranno i lavori di Stewart in futuro (come la title track di "Fabolous Muscles") e in quasi tutte le tracce i cinque suonano insieme forgiando uno stile unico e assolutamente indefinibile. A fare eccezione è l'ultima traccia in studio, "In the Blue Trunks J.H.", che vede solo Jamie accompagnato dalle tastiere.
L'album come abbiamo detto contiene anche live e registrazioni ambientali (che comunque durano circa di quattro minuti tutte assieme), ma ad interessare sono le canzoni in studio, che insieme formano quasi 60 dei 74 minuti di durata del disco. Si alternano tracce di grande impatto come "San Jose Fight Song", in cui basso e sassofono sono i protagonisti, coadiuvati dalla chitarra, "I Love The Valley" e "Sad Girl", entrambe abbastanza diverse dalle versioni degli Xiu XIu da meritare l'ascolto (soprattutto Sad Girl, suonata a velocità doppia e con l'intera strumentazione), o "Sita Deth", che alterna a una strofa metà sussurrata e metà urlata (letteralmente) un ritornello che messo in qualsiasi altro posto darebbe via ad un coro, a tracce più calme come "I Don't Play The Drumz", "Gauntlet Of Thor The Destroyer" con il suo crescendo imprevedibile e "Leg Show", lenta e inquietante come poche canzoni. In mezzo a questi estremi alcune canzoni restano nel limbo, come ad esempio "Worry Boy", "King Earth" e "House Quake II", sempre in procinto di scoppiare e senza mai farlo, o "Helsabot", che qui troviamo suonata a una velocità sostenuta sotto forma di gradevole filastrocca. Da menzionare è anche la parentesi incredibilmente solare e tranquilla di "When You Write", una cover degli IBOPA.
Accordion Solo! si presenta infine come un monolito di suono fuori dalle righe e dove niente viene ripetuto due volte. Forse per questo un po' indigesto ma che non disdegna essere ascoltato solo a tratti, o anche senza seguire la scaletta. Questo perché alla fine di ogni pezzo vi chiederete inesorabilmente cosa vi aspetta nel prossimo.
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