La blue note che diventa pathological, una cosa simile l’avevano fatta anche le mucche, ma in confronto alle qui presenti torte, quella di shannon e compagine potrebbe essere considerata musica da camera; attivi e striscianti nel buio a cavallo tra ottanta e novanta, i terminal cheesecake probabilmente sono tra le migliori scorribande di certa musica sperimentale da me udita; terzo disco, anno millenovecentonovanta, si sciolgono quattro anni dopo e da poco si sono racimolati di nuovo con la voce degli gnod; i primi sfiziosi e non benevoli dischi restano tra i noise più graffianti che rimembro, tra distorsioni lancinanti, senso di tragedia, suspance a spasmi dove i momenti di pace sono solo visioni post apocalittiche in cui la musica si fa più percussiva; rock, industrial, noise, tutte le movenze sonore convergono in un punto passando ogni tanto da momenti atmosferici e spesso dalle peggio cacofonie portando alle estreme conseguenze il portamento acid rock della chitarra; una ricerca che sfocia in deliri di iper psichedelia, musica che stratifica i rumorismi sul ritmo, le distorsioni lancinanti si elevano da rock a rituali industriali, rumore bianco che suona come un mantra, muri sonori che sporcano i brani nello svolgimento, melodie strascicate come il ricordo di tempi migliori.
di consiglievole potrebbe esserci lo space rock tumefatto di pony boy che ricorda sia le acid mothers che gli hawkwind ed una bellissima cover dei residenti; per certi brani non ha senso cercare una forma verbale, ma le atmosfere sono sempre vagamente perverse, la voce si esprime senza servirsi del canto e talvolta si ascolta pura avanguardia; il gioco è sottile tra il riff ed il suono, queste sono melodie torrenziali, terminali, una sfiziosa esperienza da cardiopalmo.
per dire, negli anni si sono mostrati molto più potabili, tra le cose c’è anche una peel session e nei dischi successivi è possibile auscultare dub, elettronica e vaga world music, ma lo stile resta non poco allucinato ed in questo senso mai troppo lontano da questo angelico disco; direi che una fetta di terminal cheesecake la consiglierei a tutti, una gaia scampagnata auditiva per sorridenti acufeni,
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