Gocce. Gocce elettroniche cadono dal soffitto, buio e umido è l'ambiente che mi circonda. Cerco di orientarmi, la vista si abitua all'oscurità...sembra di stare in una cantina, probabilmente di un sobborgo di Bristol, queste le sensazioni suscitate dall’ascolto di questo cd.
Anno di uscita dell’album è il 1999, distante parecchio dall’esplosione trip hop dei primi anni 90, targata Massive Attack, Portishead e Tricky; ma vicinissimo a quelle sonorità, a me tanto care...
Dicevamo di Tricky, il ragazzaccio presta le corde vocali in “Bombing Bastards”, pezzo meraviglioso, dove gocce elettroniche si sovrappongono alla sua voce strisciante e graffiante, regalandoci 5 minuti di claustrofobica intensità.
"X-Files" è il titolo della prima traccia, sound oscuro e cantato hip hop lo fanno pezzo simile a "I against I" dei Massive Attack e Mos Def.
Si rischia di perdersi ascoltando "Sugarhill", strumentalmente inquietante...i pensieri se ne vanno, bisogna richiamarli all'ordine, o forse no...ci si accorge sempre più che l'afosa cantina in cui ci si ritrova, si addice perfettamente a questa musica; "Turn Around" lo conferma, bassi e profondi rumori sottomarini con voce delicata ma appiccicosa.
Saltiamo a “Never”, veniamo accolti da uno sferragliante lamento che unito a un cantato inquietante, rende questo il pezzo più buio e cupo dell’album, un tocco di luce lo danno “Midnight Melodic” e “Midnight Melodic (Chase the Blues)”, stessa trama per due storie diverse, la versione hip hop è da ascolto metropolitano e pantaloni larghi, la versione “femminile” è da divano di casa sognando tiepide e dolci carezze.
Il melodioso canto di un motore V10 di Formula 1 rieccheggia tra le mura della cantina, inizia così “Plastic Stress”, voce isterica e insistente che scuote l’animo nell’assolo iniziale, e che ci tiene incollati al “sedile” col classico e ruvido stile “Bristol”.
Una goccia mi cade sul viso, mi sveglio, stavo sognando...il cd continua a suonare in sequenza, devo ricordarmi di far riparare quella maledetta tubatura...
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