I Terrorizer, seminale band Grind/Death nata nel 1987, tornano dopo ben 17 anni per riproporci un full-lenght nuovo di zecca che proverà a bissare qualitativamente il leggendario "World Downfall", datato 1989. La line up non è più quella originale, che vedeva coinvolti Oscar Garcia alla voce, Pete "Commando" Sandoval alla batteria, David Vincent al basso e Jesse Pintado (R.I.P.) alla chitarra; per la registrazione di questo "Darker Days Ahead" sono stati introdotti Anthony Rezhawk e Tony Norman, rispettivamente alla voce e al basso, in sostituzione dei compagni di reparto del periodo "World Downfall".

Dopo la doverosa presentazione, veniamo alla recensione vera e propria, per capire se questo importante ritorno è solo uno sbiadito tentativo di bissare il debut album o un disco buono a tutti gli effetti. L'apertura delle danze viene affidata alla breve intro intitolata "Inevitable", preparazione alla prima vera e propria canzone del disco: "Darker Days Ahead", ovvero la titletrack, permette subito di capire che i Terrorizer sono tornati per far male, riffing compatto, molto violento e una grande partecipazione di Sandoval dietro alle pelli. Se avevate iniziato a fare headbanging sarà difficile smettere, infatti la traccia seguente, dal titolo "Crematorium" è una bordata violenta e molto coinvolgente, con un refrain molto buono, scandito dalla potente voce di Rezhawk.
Leggermente più ragionata è "Fallout" una traccia altalenante, con un riff di chitarra possente e claustrofobico e accelerazioni di grande impatto, una canzone veramente riuscita nel complesso. "Doomed Forever" è un'altra traccia dove, in certi punti, è possibile rifiatare grazie ai rallentamenti che successivamente esplodono in prepotenti sfuriate. Nel complesso una buona canzone, ma inferiore alla precedente. Eccoci arrivati ad un pezzo veramente pregevole, la poderosa "Mayhem", sorretta da una sezione ritmica devastante e dei riffs di chitarra pregevoli, decisamente azzeccati, veramente esaltante Rezhawk quando, con incredibile irruenza, ripete Mayhem, dilaniando i timpani dell'ascoltatore senza pietà alcuna. La settima traccia, intitolata "Blind Army" è diversa dalle altre, sorretta da un riff di Pintado cadenzato e molto catchy, veramente un episodio di ottima qualità, che nel suo prepotente incedere dà l'idea di una macchina inarrestabile.
"Nightmare" è un'altra canzone di ottima qualità, con dei riffs di chitarra molto incisivi, che si ficcano nel cranio sin da subito, quasi come un proiettile, episodio riuscuito, poco da aggiungere. Segue "Legacy Of Brutality", puro assalto frontale che non lascia tregua,compatta e potente, la canzone si snoda senza eccessive articolazioni, risultando molto efficace, fungendo anche da preludio alla traccia 9, ovvero la cover della mitica song "Dead Shall Rise" tratta proprio dal leggendario "World Downfall". Il risultato è ottimo, devastante, assolutamente degna dell'originale, dotata di un suono contemporaneo che mette ancor più in risalto la potenza di questa furibonda song.
Ecco l'ultima canzone effettiva del disco, la bella "Victim Of Greed", caratterizzata da un ottimo lavoro a livello strumentale, sempre molto preciso Pintado e il drumming da parte di Sandoval. Ghost Train" è un outro di poca rilevanza, con l'unica funzione di calmare un pò le acque dopo lo Tsunami creato dall'affiatato quartetto.

Per quanto riguarda la produzione, c'è da dire che il lavoro svolto da Juan “Punchy” Gonzalez è veramente buono, i suoni sono molto potenti e tutti gli strumenti in degno risalto, non ci si può assolutamente lamentare, anzi, è d'obbligo godersi il disco a volume adeguato, se vi chiudete dentro la vostra stanza, da fuori sembrerà che sia in corso una vera e propria guerra.

Le prestazioni di ogni singolo componente del gruppo si attestano su ottimi livelli, Rezhawk è un cantante poco conosciuto ma per tutto il disco regala una prestazione maiuscola, assai convincente, con un growl potente ed iracondo. Anche l'altra new entry, ovvero il bassista Tony Norman, compie un ottimo lavoro, sempre preciso e potente.

Che dire dei membri storici, Pete Sandoval si sa, è un grande batterista ed in effetti,anche in questo album svolge il suo compito ottimamente, con un drumming potente, preciso e compatto, ben ispirato.
Discorso a parte per il compianto Jesse Pintado, sempre la solita grande prestazione, come ci aveva abituato nei grandi Napalm Death, guadagnandosi il meritato traguardo di leggenda del metal estremo, sfortunatamente però non ci potrà più regalare grandi momenti con il suo riffing caratteristico e devastante. Una grande perdita.

In conclusione, il nuovo disco dei Terrorizer non delude, tutt'altro, il livello è molto buono, non una canzone filler, tutti pezzi di ottima fattura partoriti da ottimi musicisti. Ed il confronto con "World Downfal"? Sinceramente, a mio parere, il confronto con il leggendario disco targato 1988 è fattibile solo relativamente, soprattutto per il fatto che la componente Grind è decisamente meno marcata nell'ultima fatica dei nostri.
Consiglio a tutti gli appassionati di metal estremo di acquistare "Darker Days Ahead", ottimo ritorno dei leggendari Terrorizer, anche per ricordare Jesse Pintado, che non è più tra noi.

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