Una delle cose più difficili da fare quando si critica un'opera è mantenere l'obiettività. Il critico dovrebbe essere sempre scevro da pregiudizi, da condizionamenti esterni e valutare solo quello che gli si propone di valutare, così nudo e crudo. Il critico dovrebbe, a volte, compiere un'operazione di reset di tutto ciò che sa, di tutto quello che dovrebbe sapere e di tutto quello che non ha mai saputo, dovrebbe, in un certo senso, essere come un bambino che si accinge a scartare il suo nuovo regalo, senza sapere cosa contenga, sgranando gli occhi per la meraviglia o frignando per una grossa delusione. Solo così si potrebbe avere un giudizio incondizionato che renda merito (o demerito) all'opera da valutare, solo così si potrebbe dare veramente una risposta alla domanda che è implicita in ogni critica: "perchè?"

Belle parole, ma applicabili solamente se il nostro critico fosse sempre vissuto in una caverna sull'Himalaya e non avesse mai visto anima viva in vita sua se non lo spericolato eroe che ha avuto il coraggio di portargli le bobine o dischi da valutare.

Allora, cosa si può fare? Semplice, non essere obiettivi, mandare al diavolo la razionalità e la logica e lasciarsi trasportare dall'emozione che ti fa gridare: "figo!!!" oppure "che schifo!", insomma in parole povere essere meno "professori" e più "tifosi", quest'ultimi da sempre privi di ogni logica o ragione.

L'esercito delle 12 scimmie l'ho rivisto qualche giorno fa, mandato in programmazione in TV, tra un paio di dribbling di Lavezzi ed i dentoni di Ronaldinho. Cosa si può dire su questo film? Ecco le tre alternative:

1) Uffà, ridatemi Lavezzi

C'è chi è nato con la camicia e chi è nato con la canottiera sporca, come Bruce Willis, che da quando lo ricordo ha sempre quelle cacchio di macchie di grasso miste al sangue di uno che è duro a morire, sempre la fronte rotta o con ecchimosi. Uffà, che palle questi film dove se perdi un solo minuto poi non ci capisci niente di niente e che palle poi quei finali dove poi devono farci almeno altri cinque seguiti. E' quel classico film per fighetti nerd tutti appassionati di tecnologia e di computer, non c'è un culo, non una battuta sporca, se proprio voglio vedere un film di fantascienza mi riguardo Ritorno al futuro dove almeno c'è il sogno della mia vita, lo skateboard senza rotelle! E poi non ci potevano mettere la Jolie nel ruolo della dottoressa dei pazzi?

2) Buon film.

Quella dei viaggi nel tempo è materia abusata nel mondo del cinema e tutto è figlio più o meno legittimo di Terminator e Ritorno al futuro. I paradossi temporali, le macchine del tempo, gli anni sbagliati, il collasso di improbabili universi spazio-tempo, sono tutti temi affascinanti ma trattati in modo esaustivo nei succitati films, per cui, i richiami, i deja vu, le citazioni sono troppo forti per passare inosservati, anche se trattati da Terry Gilliam autore del visionario e utopistico capolavoro Brazil. Paradossalmente Le 12 scimmie più che reggersi sulla trama si regge proprio sugli scenari grotteschi creati da Gilliam per descrivere la vita sulla Terra post-epidemia, così confinati in un'improbabile sottosuolo, governati da improbabili scienziati-assicuratori, vestiti in modo buffo con bizzarri occhiali. Insomma, quando si tratta di essere visionari Gilliam non è secondo a nessuno, diverso quando poi si deve parlare di originalità. La solita trama con scorrimento a ritroso partendo da pochi indizi fino ad esplodere nel pirotecnico finale, gli scetticismi tipici del genere, la corsa frenetica per preservare un momento che più che essere plasmato dalla macchina del tempo si piega al volere dello sceneggiatore. Quindi il tutto deve reggersi sulle capacità di Gilliam e sulle ottime prove dei due protagonisti, Brad Pitt e Bruce Willis. Il primo nei panni dello stralunato e psicotico Jeffrey Goines offre una prova maiuscola, probabilmente la migliore della sua carriera, non facile in quanto il buon Jeffrey deve essere interpretato come veramente fuori di testa, ma anche Willis nei panni del salvatore della patria James Cole, la smette di essere "duro a morire" interpretando un personaggio problematico e dalla forte introspezione psicologica.

3) Godo

Mamma mia che filmone! Lo metto insieme a Fight Club e Matrix tra i films fighi, quelli dove devi imparare tutte le battute fighe per poi tirartela a scuola e fare lo splendido con le ragazze. Poi mi devo fare fare uno stemma con il simbolo delle 12 scimmie da mettere sullo zaino, al fianco di una frase di Jim Morrison ed il logo degli AC/DC scarabocchiati con il pennarello.

E chest' è.

Io penso che guardare un film sia un po' come avere di fronte Lavezzi: quando pensi di averlo afferrato stai attento, che ti fa passare la palla dall'altro lato.

Buon Natale a tutti

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