A Graphic Novel.

Premetto, sono un’accanita lettrice di fumetti fin dalla tenera età: alle elementari ero già la sposa segreta di Tarzan ed occasionalmente la fidanzata di Tiger Jack. Pertanto non ho mai dato peso a discussioni sul genere: I fumetti: letteratura di serie C o arte minore”,  avendoli sempre considerati come momento di evasione e puro svago e perché no, di riflessione. Nell’arco della mia vita ne ho collezionati a centinaia, serie infinite di Diabolik, Alan Ford, Tex, Zagor, Mister No, il promesso sposo Tarzan, passando, in età più adulta, per Dylan Dog, Napoleone, Dampyr, Julia ed infine per l’amore maturo, Nathan Never, tuttora Signore Incontrastato della mia fuga mensile su carta stampata.

Ma quello che invece vi propongo oggi è all’apparenza un semplice fumetto americano in formato pocket, scoperto per puro caso in una giornata di noia ed afa estiva dell’agosto di quattro anni fa. Era un giorno qualunque, lontano da ogni data fissa di uscita mensile dei miei beniamini, un giorno che, in spiaggia, avevo voglia di leggere qualcosa di non impegnativo quanto un libro né di inutile come un rotocalco.  
In edicola trovai questo fumetto, che invece scoprii essere in realtà un’opera tutt’altro che banale e che spazia tra le arti a me più care quali la letteratura e la poesia, la musica ed il cinema.

"Strangers in Paradise", per gli affezionatissimi brevemente SIP, è una storia ideata, scritta e disegnata -in bianco e nero- dall’autore Terry Moore, provenienza USA, che l’ha divisa in tre serie separate dal 1993 (anno di nascita - Atlantic Press) al 2007 (conclusione - Comic USA). Di difficile reperibilità (in Italia dal 1998 e tuttora in corso, in teoria avrebbe pubblicazione fissa bimestrale, in realtà esce quando vuole lui ed in edicole e librerie sempre diverse) questo fumetto è in realtà un ROMANZO che narra le vicende della protagonista Katina Choovanski (Katchoo), giovane artista non più adolescente, dell’amica del cuore Francine Peters, suo amore proibito e di David Qin, il comune amico che si pone al centro della triangolazione analizzata in ogni sfumatura della complicata relazione che s'instaura tra di loro.

Cito da Wikipedia: “A partire dalla seconda serie, Moore introduce degli elementi thriller legati al difficile passato di Katchoo, e che diventano il secondo asse portante della storia. La serie è nota soprattutto per essere seguita da un pubblico che normalmente non legge i fumetti, ed in particolare dalle donne. Si calcola che circa un 50% dei suoi lettori lo siano, anche se non ci sono conferme”.


Quello che affascina di SIP è la complessità dell’opera, se vogliamo considerare che si tratti appunto di un semplice fumetto. La struttura narrativa stessa passa dal fluire del racconto attraverso l’uso canonico delle tavole con le nuvole pensanti, a lunghe pagine scritte a macchina senza il sostegno delle vignette, come se si trattasse davvero di un libro, di un lungo romanzo.
Spesso per evidenziare il mood dei personaggi Terry Moore spezza il fluire costante del racconto per disegni con l’integrazione con altre arti, come la poesia, sempre struggente, cui accompagna tavole magistralmente inchiostrate (tra l’altro anche il tratto è degno del miglior Manara) oppure con l’utilizzo della musica, con tanto di tabulazioni per chitarra e testi. Essendo inoltre la protagonista una pittrice, Moore spesso regala tavole a tutta pagina delle sue creazioni. E la cosa impressionante è che il prodotto di ognuna di queste arti è farina del suo sacco, sono tutte sue creazioni ad hoc per una storia di cui abbiamo nello stesso momento le immagini (quasi cinematografiche), i pensieri, la colonna sonora, e a cui aggiunge citazioni varie (dalla Bibbia, dalla letteratura, etc) senza peraltro trascurare la genialità dei temi e l’ironia.

I continui flash back, i salti temporali, l’utilizzo ora dell’io narrante ora del racconto in terza persona, non ci danno tregua tenendoci inchiodati lì nella lettura e nella visione di questo fumetto cinematografico che da quattro anni continua a stupirmi.
Si ride con SIP, di vero gusto e senza ritegno. E si piange, perché le situazioni che mette in mostra sono quelle della vita di tutti i giorni, raccontate magistralmente: la gioia, l’amore con la A maiuscola, il dolore, la perdita, il desiderio, la disperazione, la solidarietà, la discriminazione, la corruzione, la purezza dei sentimenti, anche i più confusi e proibiti. E’ impossibile non trovare tanto di sé nel suo racconto, impossibile non amarne i protagonisti.
Unica pecca come dicevo la reperibilità, ma per le vicissitudini legate alla distribuzione (FreeBooks) ed anche per eventuali curiosità vi rimando a Wikipedia o al sito ufficiale.

Ricordo infine che Moore ha un interessantissimo blog strutturato come il suo fumetto, attraverso il quale interagisce coi suoi lettori.

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