"L'agnello spezzò i sette sigilli e apparvero davanti a me quattro cavalli e quattro cavalieri: il primo era di colore bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco; il secondo era rosso fuoco e a colui che lo cavalcava fu consegnata una spada: il terzo era di colore nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano; l'ultimo cavallo che mi si presento davanti era di colore verdastro e colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra. Il sole si offuscò, la luna diventò color sangue, le stelle caddero, il cielo si ritirò e un grande terremoto smosse isole e monti. Qualsiasi uomo cercava rifugio, per nascondersi dall'ira del agnello e da Colui che siede sul trono. La profezia si stava avverando." (citazione biblica)
Con questo disco continua l'apocalittica epoca del thrash metal, iniziata un anno prima (1986) con i vari capolavori "Master Of Puppets", "Reign In Blood", "Peace Sells... But Who's Buying?", "Game Over".
È un debutto straordinario quello dei "bambinetti" Testament, privo di ogni minima decelerazione o fermata. L'apice della violenza e della rabbia viene raggiunto in tutto il disco e per tutta la sua durata di 39 minuti. Una vera apocalisse di suoni ultra veloci e potenti che sconvolge il mondo metal e professa la grande bravura della band.
L'alto livello tecnico della band è come "l'agnello" che spazza via gli indugi e sfonda le porte della dimensione metal.
Assoli di chitarra micidiali, piatti stoppati, riff maledetti e al limite massimo della velocità.
Il solito Billy fa la differenza: questa volta emette pochi growl, esalta ogni pezzo ed offre scream al fulmicotone. È lui, mentre urla furioso e intenso, la figura rappresentante dei Testament, grezzi e furiosi come non mai in questo debut album, che ha come difetto solo una produzione non ottimale. Il giovane Skolnick e Petterson formano una coppia di chitarristi che non dà mai respiro.
I pezzi sono tiratissimi e non danno sbocco ai vostri pensieri di tranquillità mentale e fisica. "Over The Wall", "Burnt Offerings", "C.O.T.L.O.D.", "Alone In The Dark": è storia, amici.
"The Legacy" vi farà venire "fame" di thrash metal; vi farà venire voglia di "combattere-pogare" con il primo individuo che vi si presenta davanti; farà venire la "peste metal" alle vostre orecchie e vi ucciderà brutalmente con ogni singolo brano. Per fermare l'irruenza di questo capolavoro avete solo due alternative: o premete il tasto "pause" del vostro stereo e andate a prendervi un bicchiere d'acqua per calmarvi, o prendete a manganellate il vostro impianto! Niente al mondo riesce a fermare tale irruenza, arrivata direttamente dall'inferno più profondo e malvagio per annientare la terra, come da profezia.
Un disco mastodontico... o meglio... APOCALITTICO!!
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