Partiamo dal fatto che solo Dio sa quanto ho odiato band come i Destruction e (sopratutto) i Kreator agli inizi degli anni 2000. Dico in particolar modo i Kreator perchè dopo aver consegnato agli appassionati cinque dischi Thrash Metal uno più bello dell'altro, e dopo una fase sperimentale apprezzabile ma comunque discutibile, son tornati all'ovile con la coda fra le gambe suonando un Thrash molto melodico che troppo ormai si allontanava dalla loro identità, e che non ho mai digerito nelle varie interviste con la giustificazione di "ci stiamo evolvendo". I Testament invece, per fortuna, riuscirono ad ad evitare tutto questo.

Dopo il rilascio di "The Gathering", che ha rappresentato per la band una seconda vita dopo i precedenti lavori andati malissimo a livello di vendite, la band subì un duro colpo con il tumore ai polmoni e al cuore di Chuck Billy nel 2001, per poi riaffacciarsi sul mercato musicale solo una decina di anni dopo con "The Formation Of Damnation", lavoro che apprezzo ancora tutt'oggi e che se da una parte ritengo di mestiere, dall'altra non ha quelle melodie così insistenti che mi fanno venir voglia di staccare dopo cinque minuti. A cadenza quadriennale poi, il gruppo pubblicò album dopo album, per arrivare nel 2020 con "Titans Of Creation". Altro disco da esaltare? Non proprio.

I Testament sono caduti, lentamente ma ci son caduti, nella trappola dei riff fini a sè stessi, e che poco danno alla fine dell'ascolto di un pezzo, oltre all'eetà che inesorabilmente avanza. Prendiamo "Night Of The Witch", scelta anche come singolo, che se a primo impatto sembra convincere anche grazie a un andamento molto groove, mosra tutti i suoi lati deboli a partire da una produzione che ammazza tutto il buono che ci era stato presentato precedentemente con l'ottima "WWIII" e "Children Of The Next Level", seppur quest'ultima abbia una prosillità di fondo non da poco. Chitarre che sono prive di qualunque tipo di aggressività, un Chuck Billy a tratti svociato, e se le quasi progressive "Ishtar's Gate" e "Symptoms" mostrano qualche buona idea, ancora una volta vengono affossate da un mix sonoro assolutamente vergonoso sia per una band del calibro dei Testament, che per essere uscito sotto il blasone della Nuclear Blast Records. Riesco a salvre solo l'ottima "Curse Of Osiris" dove finalmente Chuck Billy sembra a suo agio, e "The Healers" dove su sonorità mediamente più rallentate la band sembra inaspettatamente trovarsi a più agio. Un altro difetto, che sono già sicuro in molti mi contesteranno, è Gene Hoglan. Premetto che reputo Hoglan un batterista eccellente, ma se qualcuno gli dicesse di star suonando nei Testament, e non sul seguito di "Time Does Not Heal" mi farebbe un enorme favore. Scelte stilistiche troppo elaborate per un disco Thrash Metal, che snaturano troppo il sound dei Testament.

Da questa descrizione potrei sembrare come un tizio al quale Chuck Billy e soci abbiano fregato la donna, ma no. Adoro i Testament, e non so quante volte ho ascoltato con i brividi e il cuore pieno di gioia dischi come "The New Order", "The Legacy", o "Low". Ma sentire nel 2020 un disco con una produzione così tremenda, e con una pochezza di idee così disarmante da una band con il loro nome, è sinceramente imbarazzante. C'è da sperare che non cadino nel Thrash melodico, altrimenti potrei ragionevolmente considerare di aprire la finestra del condominio e buttarmici di sottto.

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