Chi ha visto tutto l'anime di Lamù, e soprattutto letto l'intero manga,  si sarà accorto che in realtà il finale non c'è. Infatti la serie tv è terminata circa un anno prima del fumetto e per darle una fine è stato inventato l'episodio "Festa D'addio" per salutare tutti i personaggi dell'anime, da Mendo a Rei fino al volpacchiotto Kitsune. Il finale televisivo si concludeva con il tanto atteso bacio tra Ataru e Lamù ma la serie manga continuava con una serie di episodi molto interessanti da cui poi sono stati tratti alcuni OAV. Rumiko Takahashi per salutare definitivamente la sua prima splendida creatura aveva in mente altro. L'ultimo albo, il numero quarantotto, è uno speciale che riporta la conclusione delle avventura della bella demone, un numero esteso dal titolo "Boy Meets Girl".

Nel 1988 arriva nel sale il film tratto dal capitolo finale. Dopo il criptico "Lamù The Forever" si ritorna su terreni più fedeli allo spirito iniziale dell'opera ma non mancano le riflessioni filosofiche e sociali che avevano già distinto molti episodi della serie televisiva. L'autrice crea una storia coinvolgente e appassionante per soddisfare, giustamente, chi ha atteso il momento del possibile addio tra il cretino Ataru e la Oni dal bikini tigrato. Si parte da 120 anni prima quando il nonno di Lamù, in condizioni di grave difficoltà,  promette in sposa la prima figlia femmina della sua stirpe in cambio della vita ad un losco figuro dell'universo dell'oscurità. Con la nipote ormai adulta il patto deve essere rispettato, ma la ragazza e la famiglia ovviamente non accettano. Una volta rapita e portata nel pianeta del futuro sposo dovranno essere Ataru e Mendo con l'aiuto di Benten, Oyuki e Ran ad andare a salvarla e riportarla a casa; ma Lamù girerà la situazione a suo favore e metterà in pericolo la terra per costringere il suo "tesoruccio" ad ammettere il proprio amore per lei. 

"Boy Meets Girl" sul fumetto è veramente un finale degno di una serie storica che, seppur muovendo i primi passi in sordina, ha saputo conquistare il pubblico di tutto il mondo. Si ritrovano tutti gli elementi che hanno caratterizzato l'opera, l'ironia pungente e caotica raccontate con un linguaggio visivo poetico e leggero. Erano gli anni '80 ma letta oggi non perde nulla e si inserisce in pieno nell'attualità, in fondo non è cambiato poi molto. Il lungometraggio è fedele al racconto illustrato solo con qualche scena in più nel finale. Non è corretto svelare la conclusione ma vi posso assicurare che è la soluzione più logica e possibile, una fine dolce e poetica con un pizzico di malinconia. Per la versione italiana l'unica nota un po' dolente è il solito doppiaggio; già nella serie si erano alternati diversi cast di doppiatori ma alla fine la situazione si era stabilizzata dopo un periodo veramente confuso. I film presentano un altro cast, non il migliore possibile, era sicuramente meglio utilizzare quello impiegato per gli ultimi episodi dell'anime.  

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