"Uhhh!!! Eccoli di nuovo... ogni volta è sempre la stessa storia... Ecco che si avvicinano.. Ok, fatti forza. Loro sono in 3 ma stavolta ce la puoi fare, e lo sai! Non far capire che te la stai facendo addosso, se no è peggio. Non ne hai motivo. Li farai scappare con la coda tra le gambe! Vogliono il tuo tegolino? Venderai cara la pellaccia stavolta, questo è poco ma sicuro..."
Come potete immaginare, il tegolino se lo presero e la pellaccia, unico articolo incoscientemente messo sul mercato, rimase fortunatamente invenduta, seppur con qualche ammaccatura. Dopo un po' mi resi conto che a loro non interessava che io facessi ricreazione con una merendina del Mulino Bianco o con qualche lumaca spiaccicata in mezzo al pane ammuffito, ma non era niente in confronto a ciò che avevo perso. Quello che faceva veramente male, ancor più dei cazzotti, era che Ken mi avesse tirato un pacco. E di quelli pesanti.
Il mio idolo aveva tradito la mia fiducia, e per di più me le faceva suonare di brutto. Non facevo nemmeno in tempo a chiedermi perché non riuscissi mai a trovare i punti di pressione dei miei avversari, che mi ritrovavo puntualmente con qualche livido sparso e qualche dente da latte in meno. Fu allora che cominciai ad avere una più chiara e realistica percezione delle dinamiche infantili di gruppo. Non senza un po' di dispiacere, dovetti abbandonare le infruttuose tecniche della scuola di Hokuto per associarmi a qualche altro disperato, vittima come me delle vessazioni dei più forti. Magari le prendevamo lo stesso, ma a livello personale la mazziata sarebbe stata meno mortificante. Del resto se i bulletti avevano già assimilato con successo le procedure intimidatorie di stampo mafioso, noi dovevamo per lo meno svegliarci dal sonno.
Io, in primis, dovevo capacitarmi che il confronto con il mio eroe dei cartoni era decisamente impari. Eravamo troppo, troppo distanti. Ken era fatto così, tutto d'un pezzo, di poche parole e ancor meno sorrisi. Il classico tipo che, se fosse stato uno spietato criminale, non ci avrebbe pensato due volte a farti saltare la testa sfiorandoti una tempia col mignolo del piede, per uno sguardo di troppo al semaforo. Per fortuna Ken era un buono e, cosa assai più bella, non amava tanto stare al volante. Si faceva scarrozzare senza troppi complimenti (come il classico "conte r'o cazz", diremmo a Napoli) da un bambino di 10 anni capace di guidare una jeep, unico veicolo su quattro ruote disponibile in tutto l'universo post-guerra nucleare. E io a malapenwa sapevo andare in bici. I cattivi si muovevano per lo più in moto, e sfoggiavano tutti un invidiabile crestone punk. In barba alla miseria di quell'epoca, Ken Shiro non esitava a ridurre il loro barbiere sul lastrico, eliminando senza pietà tutti i suoi migliori clienti; tuttavia, ovunque andasse era visto e aspettato come una sorta di nuovo Messia, che avrebbe liberato il villaggio di turno dall'oppressione malefica.
In effetti, tralasciando le circa 2.500 uccisioni compiute a scopo salvifico, le analogie con Gesù non mancano: Ken guariva gli ammalati, dava da bere agli assetati (chissà che fra i tanti lì in mezzo non ci fosse anche il barbiere dei cattivoni), e redimeva in punto di morte tutte le peggiori chiaviche della serie, nonostante in vita gliene avessero fatte di tutti i colori (Shin, Souther, Raoul, Kaio). Io invece non sono riuscito mezza volta a farmi chiedere scusa dai fetenti che mi rubavano la merendina. Dulcis in fundo, non ho mai capito come fosse possibile che Ken, pur perdendo otto litri di sangue dopo ogni combattimento tosto, potesse avere l'energia per uccidere con un solo dito un cattivo "normale", che a sua volta era comunque dieci volte più forte di Bruce Lee.
Alla fine della seconda serie (l'ultima che ho visto), come ogni eroe solitario che si rispetti, Ken dava un palo clamoroso a Lynn, l'unica donna dopo Julia capace di provare un sentimento d'amore per l'uomo meno simpatico del pianeta, e si allontanava all'orizzonte canticchiando "Basta ‘a salute e ‘n par de scarpe nove, pòi girà tutt'er monno". Morale della favola? Non l'ho ancora colta. Mi accontento di sapere che Ken non ha interrotto il suo vagare.
E allora vieni Ken, vieni pure nel mondo reale... Hai un nuovo nemico sulla tua strada!
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