Pestilence vs Thanatos.

Questo il duello che si combatteva nella scena Thrash olandese di fine anni '80. I Pestilence si aggiudicarono la sfida per K.O ma ai Thanatos rimase l'onore delle armi. Thanatos in greco significa morte, dunque questo quartetto Thrash/Death ammette le sue influenze musicali fin dal monicker; l'ombra della band di Chuck Schuldiner e degli stessi Pestilence aleggia lungo il percorso artistico dei quattro tulipani.

La band nasce nel 1984, quindi fra le più anziane dell scena Death europea, e dopo ben quattro demotape approda all'esordio nel 1990 con questo "Emerging From the Netherworlds" (pressapoco una dichiarazione d'intenti) prodotto ottimamente da Ulrich Posselt (chi era costui?. La copertina preannuncia le tematiche dei testi: un mare rosso sangue mentre sullo sfondo emerge la morte "marinara". Chissà se i nostri eroi avranno visto "Fog" del maestro Carpenter. Il deux ex machina di questi Thanatos è Stephan Gebédi, chitarrista e cantante, nonchè autore di gran parte dei pezzi; alla seconda ascia troviamo Erwin De Brouwer che si occupa di tutti (o quasi) i solos ed alla sezione ritmica il bassist Ed Boeser affiancato dal batterista Remo Van Arnhem. In questo disco ci sono dodici canzoni (è stato anche ristampato con vari demo come bonus track) che sono un misto di Death/Thrash con prevalenza del primo genere sul secondo (ma va libera interpretazione), in virtù dello stile vocale di Gebédi che non è un growl puro ma una sorta di ringhio ghepardesco a bocca aperta, anzi direi che la somma Chuck Schuldiner+Martin Van Drunnen di "Malleus Maleficarum" fornisce il nostro Stephan.

Il disco si apre con "Dawn Of The Dead" che riassume le coordinate musicali dell'album: voce incazzata e bestiale, batteria come un martello pneumatico, suono delle chitarre memore dei gruppi Thrash teutonici virulenti (Assassin, Violent Force): insomma quello che cercavo dopo aver digerito ben benino "Consuming Impulse" dei cuginetti Pestilence. C'è spazio per la melodia e l'inventiva con la song "The Day Before Tomorrow", aperta da un leggiadro assolo prolungato, dall'incipit vagamente arabeggiante, con Erwin che si rivela dotato di gusto e non riduce la sei corde a rango di iena ridens: dopo lo squisito inizio il pezzo decolla con il testo che parla della fine del mondo accompagnato dalla celere nenia mortuaria Death/Thrash. Altro pezzo forte è "Rebirth" che narra di Hitler ("Obsessed by hatred: destroy the Jewish Race") ed occorre sottolineare che la lead guitar di Erwin a volte sembri una tastiera suonata all'impazzata. Rallentamenti ed accelerazioni si susseguono nei brani come "Progressive Destructor" che parla della Guerra Santa dell'Islam, e nello strumentale "Omnicoitor", una vera e propria cavalcata metallica.

C'è gloria anche per il bassist Ed Boeser, autore della track strumentale "Dolor Satanae", che con il basso a quattro corde cesella una melodia nostalgica. Comunque, fatto raro questo, il gruppo presenta composizioni originali, senza nessun passaggio a vuoto, dotate di una propria identità, debitori nel sound ai gruppi Death/Thrash venuti prima di loro; dunque un full-lenght coi fiocchi che definire classico è poco. Si ascolta tutto d'un fiato questo debut album, senza sbadigliare; ogni tanto anche Stephan Gebédi duetta con Erwin De Brouwer. Ci sono cambi di tempo in qualche brano, pezzi diretti come "Outward Of The Inward", suonati da musicisti in gran forma. Ecco, un difettuccio potrebbe essere il suono della batteria poco pieno: sembra che Remo strapazzi qualche bidone di latta con troppa velocità , oppure sembra udire rincorse di gatti nel vicolo che mandano per aria i bidoni della monnezza. Una band da applauso che non è riuscita a farsi largo a causa di una insufficiente promozione della piccola label germanica Shark e pure dal fatto di essere arrivati tardi nel movimento in espansione del Death Metal. Più facile per altri gruppi tipo Morbid Angel, gli stessi Pestilence, gli Obituary, i Deicide , i Death, che avevano alle spalle case discografiche più disposte ad investire nel Death Metal.Dopo il promettente esordio torneranno con "Realm Of Ecstasy" del 1992. Ma questa è un'altra storia.

C'è qualche piccola curiosità: nel booklet inteno del cd c'è un collage di foto di baldoria dei nostri Thanatos, ove compare Chuck Schuldiner assieme o a Stephan Gebédi o a Ed Boeser. Foto di famiglia Death: la solita gnocca, zombi, immagini live, simboli satanici e via di questo passo. I Thanatos esistono ancora oggi, con il solo Gebédi della vecchia banda a tirare le fila del consueto Death Metal Old School. Ho sentito pochino di quello che hanno fatto attualmente, ma osservando le opinioni in rete meglio ascoltare a manetta "Emerging From The Netherworlds".

Bravi Thanatos. Ero indeciso sul voto che sarebbe un 4 e 1/2. Ho messo 5 per simpatia.

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