Dopo l'ottimo esordio "Emerging From The Netherworlds" tornano a farsi sentire i Thanatos nel 1992 con questo "Realm Of Ecstasy". Intanto il Death Metal (unitamente al Grindcore) ha fatto passi da gigante soppiantando il Thrash Metal come genere musicale estremo, dunque il nostro quartetto olandese si trova a dover competere con band che si stavano affermando alla grande sotto label importanti quali Earache e Roadrunner.
I nostri restano fedeli (o sono costretti?) alla piccola etichetta tedesca Shark e non mutano formazione, pensando giustamente di ridefinire il loro sound, per poter mettere i bastoni fra le ruote alle altre bande Death, e ottenere magari il passaggio ad una casa discografica più blasonata. Nella versione rimasterizzata dell'album che ho acquistato c'è l'etichetta che recita "Classic Death Metal Album!". E qui non sono per niente d'accordo. Si trattava di migliorare il debutto per compiere il salto di qualità, sicchè il sound di questo "Realm Of Ecstasy" è più feroce e compresso, totalmente Death Metal dalla prima all'ultima nota, perciò niente da ridire sulla produzione (sempre dietro la consolle il buon Posselt). Gli assoli di Erwin De Brouwer divengono meno convulsi, togliendo l'effetto tastiera, ma perdono in creatività, pur essendo buoni per la gioia del sottoscritto. Pure la batteria viene registrata con vibrazioni assai più compatte, mantenendo la stessa forza diabolica. Le note positive finiscono qui e non bastano a far lievitare questo disco, che risulta solo sufficiente.
La voce di Stephan Gebédi viene incattivita alla grande, risultando simile a quella di Karl Willets, storico singer dei Bolt Thrower, quindi più ringhiosa, cavernosa ed un pò impastata. E qui il confronto con Martin Van Drunnen è inevitabile: mentre Martin passò dal dal ringhio (diciamo così) di 'Malleus Malleficarum' al growl entusiasmante di "Consuming Impulse" con nonchalance, qui Stephan non riesce a catturare l'attenzione di chi lo ascolta, poichè le parole vengono martoriate, non si sentono come quelle di Willets ad esempio in "Warmaster". Le varie tracce difettano di fantasia, partendo con qualche bella melodia ma calando alla distanza. In "And Jesus Wept" c'è un passaggio di chitarre epiche con atmosferre da zombi in giro per le strade, la title-track parte pacata, quasi Doom, e si innalza senza emozionare; "Human Combustion" e la finale "Terminal Breath" sono carine, via, con qualche guitar melodica. Tutte risentono però del cantato troppo gutturale, mentre la batteria esegue degli stacchi fulminanti ma che non dicono niente, non fanno mai brillare il pezzo, sembrano messi lì per fare caos.
"Tied Up, Sliced Up" sembra il pezzo più folle, anche come testo, e potrebbe essere l'erede di "Bodily Dismemberment" dell'album precedente. È calata l'ispirazione e non c'è il "mestiere" necessario per tener vivo l'interesse dell'ascoltatore. Ma ecco che l'album si rialza alla fine con il demo "Omnicoitor" (1989) come bonus track finale; troviamo quattro composizioni che sono "War", "The Meaning Of Life", "Bodily Dismemberment" e "A-Thanasia". Le prime tre c'erano anche nell'esordio, mentre l'ultima è inedita. Il suono è quello che è, ma caspita i pezzi sono gustosi: giusta velocità, esecuzione buona, vocals a soffio rauco di giaguaro ma egregie. E tanta, tanta grinta. In autostrada, l'altro giorno, mi sono gasato non poco con queste demo song; "War" pestava bene: rullate ad hoc, corse feline sui piatti, voce spontanea. Inoltre su "A-Thanasia" c'è un urlo sgraziato dopo inizio mieloso. Insomma peccato per l'occasione persa.
Dopo l'uscita dell'album i Thanatos si sciolgono e Gebédi riformerà la banda per "Angelic Encounters" del 2000.
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