“Una lingua nuova è come una canzone nuova: prima sentirai la musica, dopo imparerai le parole.”
Si parte dalla lingua, vissuta come un processo in divenire, scevro da ogni qualsivoglia forma di staticità. E si parte dalla lingua perchè senza di essa, non si capirebbe il perchè questo simpatica e atipica pop star, cartonato figlio dell'epoca internettiana 3.0, abbia fatto parlare così tanto di sè negli ultimi anni.
Reduce dall'enorme successo commerciale del precedente "23 6451" (traduzione per tutti, Le Basi) che con grande consapevolezza estrapolava gli stilemi dell'ondata trap, edulcorandone il linguaggio fino alla totale degenerazione e proiettando il genere direttamente in un iperuranio cartoonesco, thasup consolida la formula allargandone i confini: "c@r@++ere spec!@le" (traduzione per tutti, "carattere speciale") è una sghangerata e variopinta Babele dall'appeal squisitamente pop.
Un autentico kaleidoscopio musicale dove zuccherosi sentimentalismi it-pop dialogano con sfrenati balli su fumosi dancefloor allucinati (e alluccinanti) e filastrocche dal sapore gustosamente funky. Cardine della proposta è il linguaggio: strabordante, stratificato nelle espressioni slangate e nelle costanti commutazioni di codice, quasi indecifrabile e sapientemente filtrato dall'autotune. Il tutto sorregge un cantato sbavato, dedito ad eclettissmi vocali ai limiti della stonatura e autentici voli pindarici.
Ci si trova dunque di fronte ad un progetto che vive di un forte dinamismo capace di piegare alle sue assurde regole anche i numerosi ospiti che compongono la ben nutrita tracklist e che donano una certa organicità al progetto., nonostante la citata varietà di generi al suo interno.
Resta però il problema di un'impronta generazionale decisamente ingombrante che impedisce all'album di godere di quella trasversalità pop capace di attecchire su platee di pubblico più eterogenee.
Insomma, per ora questo sarà uno dei numerosi inni dei vostri figli: per voi, al massimo, il flirt di una crisi di mezza età.
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