Rock&Roll, Rythm&Blues, Folk rock e Joe Strummer, tutto questo sono i 101ers.
All'interno della scena Pub la band si distingue come una delle più briose e vivaci, portatrici di quel fuoco sacro che spetta solo a pochi eletti.
Nati nel 1974 in uno Squat occupato, iniziano sin da subito a suonare nell'underground Londinese prima con varie cover per poi arrivare ad avere un loro repertorio in gran parte scritto da Strummer stesso.
Uscito postumo nel 2005 è, in pratica, tutto il loro repertorio musicale ed include la versione originale (sempre postumo dell '81) più altri otto brani live.
La partenza è incandescente con la scatenata "Letsagetabitarockin" e si senalano su tutte pezzi come "Motor Boys Motor" un Rock&Roll che si contamina di Country e Ska, "5 Star R'n'R", "Keys Of Your Heart" Version 2, allegra e spassosamente strimpellata, "Sweety of St Moritz" un boogie trascinante di quelli che ti fanno venire una gran voglia di muovere il culo, "Don't Let It Go" live, una jam Rythm'n'Blues sputata a tutto vapore, "Junco Partner" un incrocio di Salsa e Blues ripresa poi anche dai Clash, "Maybelline" come doveroso e devoto tributo a Chuck Berry e "Gloria" di Van Morrison, decisamente arrabbiata e più vicina per certi versi a quella rielaborata da Patty Smith che all'originale!
La sezione ritmica dei 101'ers è sempre presente, precisa ed incalzante e la voce di Joe Strummer facilmente riconoscibile e già pronta al grande balzo che lo attende.
Gli avvenimenti successivi non lasceranno il tempo alla band di emergere del tutto, e la loro immagine rimarrà per sempre legata ai fumosi Pub londinesi, agli ubriaconi che li infestavano e ai litri di Ale che sgorgavano dalle loro spine.
Il Punk era dietro l'angolo e Joe pronto, anzi prontissimo alla sfida decisiva avrebbe preso altre strade e, nel 1976, poco dopo aver fatto la conoscenza del loro gruppo spalla ad un concerto, certi Sex Pistols, i 101ers si sciolgono con il passaggio di Strummer ai Clash convinto, direi convertito alla rozza carica instintiva mostratagli da Lydon e soci!
Giudicare questo album non è semplice, vista la portata dei lavori successivi del loro frontman. Certamente l'appartenenza alla band ha consentito a Joe di imparare e crescere, sviluppando idee politiche e musicali chiare, lasciandogli eredità pesanti che si riverbereranno in un album di portata storica come "London Calling", ma è altre sì vero che paragonate a gruppi coevi appartementi movimento Pub, risultano decisamente sopra la media, lasciando a noi insaziabili ascoltatori quella sensazione che si prova nelle budella quando ci si trova di fronte a una qualunque band che suona con passione trasporto e divertimento!
Ecco, questi forse sono i 101'ers!
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