“ ‘A Brief Inquiry Into Online Relationships’ è l’ ‘Ok Computer’ dei The 1975”.

Qualcuno si è già sbilanciato così riguardo la terza prova della band di Matty Healy. Il tempo ci dirà se si tratta di evidente esagerazione da sbornia del primo ascolto, è innegabile però che la voglia di confermare quanto urlato al cielo dal solito NME e compagni sia tanta. Il processo di crescita di questa giovanissima band albionica è spaventosamente decollato, ed in maniera alquanto imprevedibile. Alla complicatissima prova del terzo album, con alle spalle il successo incredibile ed ancora relativamente fresco del secondo disco (la testa delle classifiche sia USA che UK al secondo tentativo non è cosa da prendere alla leggera, specialmente per un gruppo pop rock non stantunitense), Healy e compagni optano per la via meno comoda e scontata: spingere sull’acceleratore dell’ambizione. Ed il risultato è stupefacente.

“A Brief Inquiry…” è un disco incredibilmente ricco e vario, mette in mostra una quantità rimarcabile di frecce al proprio arco, e non è tutto: fa parte di un progetto più ampio denominato “Music For Cars” che si completerà con un secondo album nel maggio 2019, “Notes On A Conditional Form”. Sarà curioso capire se questo secondo episodio comprenderà pezzi scartati e quindi meno convincenti, perché la qualità di questo prima metà è assolutamente alta: la band albionica si prende tanti rischi, condensando in quattordici brani una quantità incredibile di influenze, di spunti e di svolte melodiche.

Non ci sono i singoloni pop ed ultra accessibili dell’episodio precedente: manca una “UGH!”, una “The Sound” o una “She’s American”, per intenderci. Ci vanno vicini i ben cinque estratti ad anticipare l’album: i frizzanti synth di “Give Yourself A Try” (che suona come se i Death Cab For Cutie si fossero fatti di acidi), il richiamo ai The 1975 prima maniera di “Love It If We Made It”, ed il bubblegum pop di classe di “TOOTIMETOOTIMETOOTIME” su tutti. Non sono da meno le rarefatte atmosfere con piano jazzato di “Sincerity Is Scary” (strepitosa) ed il richiamo alle sonorità del fortunato album precedente di “It’s Not Living (If It’s Not With You)”.

Troviamo come novità gradita anche un inedito gusto per la ballad chitarra (o piano) e voce (“Be My Mistake”, “Surrounded By Heads And Bodies”), e Healy e compagni non si tirano certo indietro nello sperimentare nuove soluzioni, come nella curiosa fusione tra ambient e Thom Yorke versione solista della magistrale “How To Draw / Pelichor”, nel jazz (di nuovo) di “Mine” e nella conclusione affidata all’alt rock cinematico della deliziosa “I Always Wanna Die (Sometimes)”.

No, “A Brief Inquiry…” non è il nuovo “Ok Computer”, ma in ogni caso è l’”Ok Computer” dei 1975 (con le dovute, debite proporzioni). Se confermasse questi ragazzotti inglesi in cima alle classifiche, però, è un disco che potrebbe dimostrare una cosa fondamentale: si può osare, senza perdere un oncia di appeal, a patto che ci sia il talento. E a quel punto sì che parleremmo di “game changer”, come amano definirlo gli americani.

Attendendo la seconda parte di “Music For Cars”, promossi a pienissimi voti. Vedremo se questo grande album avrà gambe sufficientemente forti da cambiare definitivamente le regole del gioco.

Brano migliore: “How To Draw / Petrichor”

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