Giornata fiacca al lavoro e un freddo da ricordare. Per uccidere 'sto tempo comincio a navigare in Internet, che se me lo avessero raccontato qualche mese fa, mi sarei ucciso. Argomento della crociera: MUSICA. Noia e banalità, finchè incappo in 'sto sito, che ci scrive chi vuole (somma di pregio e difetto sul cui risultato sono ancora indeciso). Leggo e mi vien prurito alle mani. Ammetto l'intransigenza musicale che mi caratterizza, ma qui alcuni esagerano, docenti di lezioni tenute da pulpiti auto-assemblati dopo un sabato passato all'IKEA. Poi cerco la recensione di un disco e non la trovo. Rimedio? Un pò di storia.

Nati nel 1992 in California dal genio di Robert Schneider, padre della Elephant 6, di cui fanno parte Olivia Tremor Control e Neutral Milk Hotel (bravo Zigghio!), gli Apples sono la parte più 'leggera' e 'divertita' della compagnia. Gli 'amici' che vorremmo sul palco per la festa di compleanno. Nel 1997 esce il capolavoro. Abbandonate le sperimentazioni del primo album ("Fun Trick Noisemaker"), qui il Graal appare manifesto: melodia a tutti i costi! Suono dolce e meno grezzo dell'esordio, senza mai troppo miele. Che in questa ricerca si passi dal ritornello di facile presa ("Seems So"), alle armonie vocali stile Beach Boys di "Pet Sounds", da un pop raffinato con schizzi Beatles ("About Your Fame") a un uso sfrenato di strumenti acustici e improvvisati (ukulele e campanellini di ogni tipo), senza farsi mancare spruzzate psichedeliche alla Byrds e schitarrate garage pop ("We'll Come To Be") poco importa, se il risultato è questo.

C'è tutto nel calderone di "Tone Soul Evolution": country ("Tin Pan Alley"), beat inglese stile '60, surf, folk, bubblegum ("What's The #") e un pò di Bacharach. E tutto rielaborato con abilità e originalità rare per il genere.

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