La primavera sembra tardare ad esplodere in giorni pieni di sole, fiori e calore avvolgente; niente panico, ci pensa la musica. Il 23 Aprile esce "Illumination Ritual", un album che sembra promettere bene già dal titolo; gli autori? Stiamo parlando degli originari del Kansas The Appleseed Cast, protagonisti della scena musicale da ben 15 anni.

E' il lontano 1997 quando esce il primo lavoro per la Deep Elm Records (casa discografica che segnerà la loro prima parte di attività). E' l'era dello scenario emocore/indie che impazza tra fine anni 90/ inizio 2000 a cui i nostri aderiscono pienamente ad inizio carriera. Pochi anni dopo, nel 2001, è tuttavia con il doppio volume "Low Level Owl" che si registra un, seppur parziale, ampliamento di orizzonti da parte della band che si orienta sempre di più verso un sound di matrice post-rock. Ciò è confermato dai lavori seguenti che mettono tutti d'accordo e ben equilibrano le due tendenze stilistiche (è il caso di "Peregrine", uscito nel 2006). Il rischio di confondere i più e restare piatti è però palese; non sempre è facile fondere melodia emo e grandi "dilatazioni" post-rock. E' con il penultimo album "Sagarmatha" (2009) che la band abbandona quasi totalmente la matrice emozionale, presentandola solo in brevi parti chitarristiche e vocali; ne consegue l'etichetta definitiva di "post-rock" confermata dal breve LP "Middle States" uscito nel 2011 per la Graveface Records, curatrice anche dell'ultimo album in questione, anticipato a Marzo dal singolo in streaming "Great Lake Derelict".

Ad un primo ascolto il lavoro del cantante Christopher Crisci e compagni risulta ben studiato e coeso, seppur di difficile comprensione per chi si approccia per la prima volta al gruppo. Ciò che risalta di più è l'unione delle tracce che si snodano in un percorso fatto di buon post- rock senza tuttavia eccedere in originalità. Appaiono subito chiare le linee guida dell'album: abbondanza di fraseggi strumentali (come la title-track "Illumination Ritual"), incursioni di chitarra a ripetizione, moltitudine di effetti sonori a cui si aggiungono folte parentesi melodiche in grado di smuovere nostalgia e sentimenti annessi ( è il caso di "Cathedral Rings" e "Clearing Life") e una presenza incessante di batteria in sottofondo, tentativi forse di movimentare il tutto.

Per gli appassionati del genere "Illumination Ritual" risulta tuttavia senza dubbio apprezzabile, per tutti gli altri forse non così stimolante e nuovo. Vanno premiate in ogni caso la straordinaria esperienza dei The Appleseed Cast e la grande abilità tecnica, non sempre di pari passo.   

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