Nonostante i miei natali nordici, ci sono diversi motivi per cui è bello continuare a respirare l'aria qui nel profondo Sud: tra questi la tradizione culinaria, il patrimonio artistico-culturale della Val di Noto con le sue città dalla riconoscibile architettura tardo-barocca (nonché patrimonio dell'UNESCO) e le nostre coste.
Sopratutto negli ultimi anni ho riscoperto il piacere di vivere vicino all'ambiente marino. E' un paesaggio che trovo immensamente affascinante sia in alta stagione quando turisti da ogni parte d'Italia e non solo affollano i nostri lidi, ma sopratutto in primavera ed in autunno quando il mare diventa come una pianta spoglia abbandonato a se stesso.
E' sempre bello tuffarsi, farsi una sana nuotata ad agosto, ma è altrettanto soddisfacente fare lunghe passeggiate a riva con il dolce sottofondo delle onde che si infrangono placidamente sulla battigia, mentre la spiaggia è semi-deserta. Ha qualcosa di malinconico certamente, ma è una stato di quiete e silenzio meraviglioso che rigenera il corpo e la mente.
Qual migliore contesto, quando si vogliono fare quattro passi alla larga dallo smog urbano e allo stesso tempo riflettere isolandosi dal resto che ci circonda. Ed è allora che mi capita di prendere la macchina e quei 10/15 minuti di strada sono un attimo prima di ricevere un tiepido e stringente abbraccio.
Adesso la piccola fraziona marinara che poco tempo fa era in preda ai fumi e al chiasso della movida notturna si ritrova ad essere di nuovo un eremo tranquillo dormiente per i pochi abitanti che vi risiedono anche durante l'anno.
Scicli può vantare la porzione di fascia costiera più ampia del ragusano e la spiaggia di Sampieri che dal lungomare si protrae fino a quelli che oggi sono i resti di un'antica fornace ormai in disuso ne è la dimostrazione tangibile. Proseguendo verso est si va verso Pozzallo (negli ultimi anni bandiera blu di Legambiente) tristemente passata alle cronache spesso per le tragedie dei migranti.
Verso Ovest invece passando la turistica Marina di Ragusa con il suo porticciolo si arriva a Punta Secca, anfratto reso celebre dalla serie televisiva del commissario Montalbano.
Riponendo il libro di geografia nello zainetto adesso è tempo di fare una lunga camminata e come colonna sonora scelgo “Mare Vitalis” e The Appleseed Cast come ulteriori compagni di viaggio tra granelli di sabbia, granchi e schiuma.
I pensieri si confondono con le note e con il paesaggio circostante, gli Appleseed Cast sono bravi a dare voce al proprio animo, riescono a farlo cantare, riescono ad evocare ricordi sopiti nel tempo, disegnano uno scenario di mesta malinconia e beata quiete alla stesso tempo come solo una spiaggia ad aprile o settembre può fare. E poi ci sono quei suoni post-rock dilatati, caldi, marini che ti cullano e quei ritornelli a volte ariosi che ti fanno urlare a squarciagola in mezzo al deserto.
Il mare è un po' come quella madre magari lunatica e non sempre vicina, ma che sai sempre esserci quando serve, pronta a riscaldarti con un avvolgente abbraccio. E poco importa se non è fatta di carne ma è liquida e azzurra.
Nonostante la lentezza dei miei passi, il percorso è concluso ed è tempo di congedarsi e tornare in città. Sarà solo un arrivederci, l'ennesimo, con la promessa di tornare a farle visita quanto prima. Eppure torno verso il parcheggio soddisfatto perchè questo viaggio mi è stato utile, mi ha aiutato a confrontarmi con il mio io e vedere le cose in maniera lucida e chiara dandomi consapevolezza.
La stagione è tiranna e le giornate sono più corte. All'orizzonte il sole ormai non tanto forte sparisce pian piano inghiottito dall'acqua cercando il suo momento di riposo tra un dolce cuscino di alghe. E' solo un'illusione ottica ma è magnifica.
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