L’ITALIA… Bel paese, spaghetti, pizza, tante belle pietre antiche. Pure tanto divertimento, soprattutto per noi maschietti, anche grazie alla politica di libero scambio del nostro amato Berlusca. Bei panorami, Alpi Appennini, da non scordare le recentissime montagne di rifiuti che si stanno innalzando vicino Napoli, ma chi se ne futte, la neve attacca lo stesso. E non dimentichiamoci la grandissima bellezza della nostra popolazione, fatta di ignoranti stipendiati, barboni finti, preti scomunicati, prostitute minorenni, gente rozza, gente che non sa parlare ne l’inglese ne l’italiano… ma solo il dialetto arcaico. E poi diamine siamo uno dei paesi all’avanguardia nel campo del turismo, solo noi abbiamo città con più clandestini che italiani, i pastori tunisini e gli artigiani libiani ce li abbiamo solo noi. Qualcuno si batte tanto per fargli varcare le Alpi con gli elefanti per poi raggiungere la Francia o la grezza Allemagna… ma teniamoceli noi sti beduini!! Altrimenti i telegiornali a chi daranno la colpa per le bambine massacrate o gli assassini della mafia. Ma comunque anche tanta bella musica, miiiii Ferro, Carta, Allevi, Eros, Vasco, Oxa, Scotto e per finire Benson!!! Cioè ragà nzò sé… Poi vabbè ci sono stati anche della gente underground tipo Verdi, Jovanotti, Guccini, Caparezza, Vivaldi, De Andrè, Graziani, Pavarotti, PFM… Ma io non ne capisco un accidente e sta gente qua non mi garba e concludo dicendo che l’Italia è un paese di merda dove le prostitute sono più ricche del papa e la gente che fa buona musica non viene per niente ascoltata e ci meravigliamo delle sciacquate della Scandinavia in stile Beuzum. E così a volte ci dimentichiamo dei Novembre.
Ma oggi sono qui per un’altra gente sconosciuta e che nonostante l’impegno di tutti noi non può che rimanere sconosciuta; perché la nostra mente è troppo sciapita e troppo infingarda, che non so nemmeno cosa vuol dire, per renderci conto che non c’è bisogno di comprare un CIDDI’ degli Airon Meiden da 20 euri lilleri per ascoltare stupida roba o magari 17 zecchini d’oro per morire di crepanoia mentre si ascolta una cagata a spruzzo come solo il Varg stile ambient sa fare, ma che basta girarsi intorno e di tipi strani c’è ne sono fin troppo, senza spendere tanto.
Vi parlo forse degli unici italiani che si sono accostati al filone “Prog Death Metal poco Prog e poco Death”, nel senso che di cose strepitose alla Drimm Titer o di cose sgarrate alla Morbid Engel non ne ascolterete, ma che vi affascineranno per la nota messa li, perché li deve stare e non la! Non so se mi capite ma è praticamente uno di quei sottogeneri che si reputano flosci per la maggior parte della plebe ma che per qualche strano motivo voi lo reputate superiore e che solo voi potete apprezzare e gustare in pieno.
“The Fallen Grace” è il primo album degli Archetype del 2010. Tipi sconosciuti ovviamente, ma si impara più da un album underground che da 1000 Master of Pappezz, ve lo garantisco. Il tutto dura 51 minuti, ma si lascia ascoltare benissimo. Si va dai 3 minuti fino a 11 minuti per canzone. Sono 8 canzoni. Nonostante sia il primo album è abbastanza curato e la qualità è molto buona (tanto di cappello), ma è anche vero che ormai si fanno album artigianali di preziose rifiniture (come l’olandese volante Ayreon). Forse potrà disgustare il mixer che mette le chitarre in uno stato di sottofondo e la voce che ti salta praticamente addosso. A proposito di voce, qui il cantato è di ben 3 tipi: scream, growl e clean. Tutti e 3 fatti bene, specialmente il clean, forse il growl perde qualcosa ma comunque accettabile. L’album si discosta molto da “normale” e sono assai distribuite bene arpeggiature floreali (“Ethereal”, “Twisted visions”, “Memoria”) e riffate spacca palle (“The Fall”, “Ghost Blinded by Sand”, “Rise Again”), anche begli assoli e bei tempi. Forse non vanno in profondità nel suono ma di ragionamento ce ne abbastanza. In oltre mi è capitato di assaporare finalmente qualcosa di davvero speciale: presente quando vi si arrizza la peluria delle braccia? Be mi è capitato su uno spezzone di “Rise Again” (aritanto di cappello). Vi sottolineo anche l’ultima “Memoria”, l’unica ad essere cantata in italiano, tra l’altro anche bellissima. Ambedue vi posterò un semple. Insomma una album da ascoltare. Io gli dareu un onestissimo 7+, ma che ve lo dico a fare, non l’ascolterà nessuno.
L’unica grande pecca è forse presentata dalla copertina che è bella, ma se guardate bene vi accorgerete chè stata fatta tutta al computer. L’omino si sgama a tale e quale che è pixellato, ma chi se ne futte.
Spero che qualcuno sappia ancora leggere e che gli sia piaciuto la rece; e se non la rece almeno l’album in questione (soprattutto se non sapete leggere).
By LuGrezzo
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