«Avete mai la sensazione di essere stati ingannati?».
Le ultime parole famose, con cui Johnny "ancora-per-poco-Rotten" Lydon si congeda dal contingente per entrare definitivamente nella leggenda, vengono pronunciate nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio 1978 sul palco del Winterland a San Francisco, al termine di quello che passerà alla storia come l'ultimo concerto dei Sex Pistols.
Che se poi si dovesse tener conto del valore artistico della performance, allora forse sarebbe meglio dimenticare il tutto, dato che il gruppo è ormai allo sbando e l'avventura cominciata poco più di un anno prima ha perso ogni senso.
Quello che invece va ricordato assolutamente è che prima dei Pistols salgono sul palco due glorie del movimento punk locale, i Nuns e gli Avengers, e sono per davvero fuoco e fiamme.
Storie esemplari, quelle di Nuns ed Avengers, che strumentalizzo biecamente per avvalorare una mia radicata convinzione, e cioè che il punk è essenzialmente musica da singolo più che da album, passione da bruciare velocemente e senza prendere tempo per riflettere.
E difatti, i Nuns, dopo lo straordinario esordio «Decadent Jew / Savage / Suicide Child» realizzano un lp che ancora oggi lascia il rimpianto tipico delle occasioni perdute e delle promesse non mantenute; mentre gli Avengers, che al traguardo dell'album non ci arrivano mai, sono annoverati tra i gruppi di culto nella storia del punk.
E quindi, largo agli Avengers (ma prima o poi anche ai Nuns)!
Prima, però, permettetemi di farmi una domanda e darmi una risposta, come direbbe il vate Gigi Marzullo.
•- D: Ma quanto era bella Penelope Houston?
•- R: Semplicemente splendida!
Al punto da assurgere nel mio immaginario ad icona femminile del punk targato '77; e lo sarebbe diventata per davvero se il gruppo avesse goduto, all'epoca, di una maggiore visibilità.
Invece, non si allontanano granché da San Francisco, gli Avengers, giusto il tempo di andarsene a Los Angeles, venire scritturati dalla Dangerhouse, e registrare un 7" da annali del punk, nel quale trovano spazio tre pezzi memorabili, tra cui quel «We Are The One» destinato a diventare un classico, di quelli che poi ritrovi in qualsiasi antologia del genere, dalla più raffazzonata alla più curata.
Contribuiscono al risultato un sound sferragliante ma al contempo melodico e caldo - nel migliore stile californiano - ed un testo ingenuo a voler essere benevoli, questo sì, ma impeccabile nel rendere l'immagine del giovane ribelle, con o senza causa fate voi: «Non siamo Gesù Cristo / Non siamo porci fascisti / Non siamo capitalisti / Non siamo comunisti / Siamo noi, unici». E questo è solo il ritornello, il resto è pura e semplice utopia, se può definirsi tale la voglia di mettersi alle spalle il passato, distruggere il presente per ricostruire il futuro. In due parole, semplicemente punk, come il punk dovrebbe sempre essere.
Tale è la bellezza di «We Are The One» da oscurare «I Believe In Me» e «Car Crash», brani che nel repertorio di qualsiasi altro gruppo assurgerebbero immediatamente al rango di inno, in perenne tensione tra revivalismo rock'n'roll e futurismo hardcore, stessa formula che qualche anno più tardi farà la fortuna (si fa per dire) di gruppi come Adolescents e Social Distortion: a voi giudicare.
A seguire, nel 1979, arriva l'altrettanto imprescindibile 12" «The American In Me / Uh Oh! / Corpus Christi / White Nigger», a chiudere in bellezza la storia degli Avengers: quattro brani sulla falsariga dei tre che li hanno preceduti, anche questi da mandare a memoria per tentare di capire un po' meglio cosa sia l'attitudine punk. E se abbiamo bisogno che a ribadircelo sia chi, da lì a poco, indosserà i panni di un'apprezzabilissima folkeuse, significa che siamo messi proprio male ...
Comunque, tornando al quesito marzulliano di cui sopra, sorge spontanea una triste riflessione su come il tempo passi implacabile per tutti, anche per la splendida Penelope, cui mando un ideale bacio per ringraziarla di avermi spinto sulla cattiva strada del rock'n'roll, ovunque conduca.
E, giusto per chiudere, checché ne dicano Frankie Fix e Johnny Strike, a San Francisco il rock'n'roll potrebbe anche chiamarsi «Avengers».
The Avengers (1977 - 1979)
Penelope Houston - Voce
Greg Ingraham - Chitarra
Jimmy Wilsey - Basso
Danny Furious - Batteria
Carico i commenti... con calma