Sempre lì, a quello stesso piano, con i capelli più lunghi a qualche anno in più dall'iscrizione all'anagrafe. Sembra sia cambiato il colore del soffitto. Quando non li conosceva nessuno era bianco. Anche l'inquadratura si è inclinata di qualche grado, non hanno gli stessi abiti ma, sono sempre loro. Quei magnifici quattro ragazzi inglesi.
Mi feci regalare l'album contenente la colonna sonora del loro cartone animato. Il mio primo lp dei Beatles. Il meno rilevante indubbiamente, comprato anche perchè era quello che costava meno. Rimasi deluso perché ero innamorato di "When I'm sixty-four", assente anche sulla raccolta. La risposta era nel Sergentone speziato, il dirigente dell'orchestra per l'associazione di scapoli! In assenza di occasioni festive, e a causa di una pagella estremamente letale per un padre insegnante, roba che neanche il compleanno avrebbe dissolto, dovetti ricorrere ad un'espansione di memoria e qualche tonnellata di volontà per racimolare un 7 in biologia (prima era 4) e richiedere con astuto ricatto il Sgt. Pepper's in regalo. Un incentivo ad acquistarli tutti malgrado l'essenziale raccolta.
Questa volta, rispetto al rosso è un flauto che suona. L'armonica è stata abbandonata da un po' di tempo ormai. Appena due anni prima. Nel preludio alla Grande Opera vengono distrutti bulbi di vetro, durante la dismissione di un vecchio organo variopinto. Lì, in quegli sterminati stati mentali dove niente è reale e dove scorci di vecchia Inghilterra resistono nelle vetrine dei barbieri, tra gente cortese e pompieri in emergenza.
Altra musica, altri generi, cose mai sentite prima e mai sentite dopo. Le ultime note suonate per verificarne l'efficacia, il vociare del pubblico in attesa, una fisarmonica distratta e parte l'estemporanea irruzione del Sergente, espugnando indelebilmente le anime di oltre quattro generazioni fa. I colori, i suoni, gli acidi, le sperimentazioni. Nulla sarà più come prima. Neanche quando il colossale vortice orchestrale verrà spazzato dal triplo accordo di pianoforte suonato in contemporanea. E quello che somiglierebbe alla Marsigliese, sarà solo un diversivo.
E' ora di salire in pullman adesso, è passato appena qualche mese ma tutto è cambiato. La pellicola non avrà fortuna ma il tricheco indubbiamente si. Anche lo scemo, quello che trascorre le giornate sulle cime a girare su se stesso per imitare il sole. Quel ciao che sembra un addio ma che è un arrivederci, tende a far risaltare figure umane da troppo tempo denigrate. Quel caloroso abbraccio che vuole mostrare la positività della vita, nonostante tutto, inciterà continuamente, fino ad ottenere una reazione che sfocerà nello sferragliare elettrico di una rivoluzione culturale. E pensare che un lustro prima si parlava solo d'amore.
L'anno della confusione, delle divisioni, delle corrosioni finanziarie e affettive, dei veleni del sol levante e delle presenze intermittenti. Le chitarre possono lamentarsi e sfogarsi in pianti strazianti e nonostante torni sempre il sole nel tentativo di riscaldare quei cuori ormai freddi, bisogna rassegnarsi al lato più amaro. Quel profetico "Lascia che sia", percorrendo strade lunghe e tortuose attorno l'universo, sancirà la fine di un gruppo e l'inizio di una indimenticabile leggenda.
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