Non sono il solo, spero, a pensare che gran parte delle produzioni discografiche dei Beatles successive al loro scioglimento siano per lo più delle eccellenti operazioni di marketing. Fra queste "Real Love" aveva raggiunto l'apice della volgarità musicale, prima facendo passare per inedito un pezzo di Lennon, che inedito non era per nulla, poi sovraincidendo sullo stesso i pezzi di bravura dei superstiti.
Non un primato, vedi Natalie Cole (argh!), ma pur sempre un'operazione macabra.

Dopo altre prove di gran classe, vedi il fondamentale dubbio edipico - amletico McCartney-Lennon o Lennon-McCartney, ora che i Beatles si stanno pian piano riunendo sotto terra (perdonate l'uscita non proprio Oxfordiana, ma visto il contesto... ), vien fuori una versione nuda di Let It Be. Nuda perchè priva degli arrangiamenti delle parti orchestrali, dei cori e degli effetti voluti dall'allora produttore del disco Phil Spector.
Ne avevamo bisogno? Secondo ciò che si legge un po' ovunque pare di sì.

L'incisione viene, infatti, giustificata dal fatto che i Beatles non amarono gli orpelli voluti dal produttore, chiamato dalla Emi a completare l'opera incompiuta dei Fab Four, ormai in aperto conflitto. In particolare, pare che McCartney non avesse per nulla gradito gli arrangiamenti orchestrali di "The Long And Winding Road".
C'è da crederci? Mah.
Visto lo spessore di Ringo Starr ed essendo di fatto McCartney il custode dell'eredità artistica beatlesiana, non potendo, quindi, essere smentito da Lennon e Harrison, qualche dubbio mi è venuto in mente.

Non raccontiamoci le favole. Siamo dinnanzi all'ennesima operazione di marketing.

Che poi il disco presenti più di un motivo di interesse è un altro discorso.
In effetti è differente dall'originale. Oltre il restyling che ha ripulito il suono, infatti, è stata modificata la scaletta, sia nell'ordine dei brani, che escludendo "Dig It" e "Maggie Mae" e introducendo "Don't Let Me Down".
Il disco, inoltre, presenta alcuni dialoghi dei Beatles in sala di registrazione. Il tutto viene completato da foto e materiali inediti, presenti all'interno di un bonus cd, che potrà soddisfare i feticismi più variegati, across the universe.
Ma tutto ciò non giustifica un'operazione che appare tutto sommato inutile per comprendere la storia musicale dei baronetti di sua maestà.

Già la storia. Una parola chiave importante.
"Se nel 1969 avessimo avuto la tecnologia di adesso, saremmo riusciti a pubblicare 'Let It Be' come volevamo" ha dichiarato McCartney. Si sa che la storia non concorda con i periodi ipotetici dell'irrealtà. Andò diversamente.
Sui Beatles, su quello che hanno rappresentato, sulla loro storia, dice molto di più Let It Be dressed, che naked.

Se proprio non potete farne a meno, non compratelo. Magari la Emi impara qualcosa. Quanto al voto sul disco non può che essere cinque, perchè comunque sono delle canzoni immortali.

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