Sulla copertina quattro animali allucinati e il nome del gruppo composto da lisergiche stelline, compito che nell'album precedente fu affidato ai fiori. Dopo aver vissuto nell'alter ego del Sergente Pepe i Beatles riscoprono sè stessi ma, forse, li ritroviamo più splendidamente metaforici di prima e ancora lontani dalla realtà.
L'Lsd si fa sentire eccome, quindi bando alle supposizioni perchè Magical Mystery Tour significa acido. È lo stesso Paul che ce lo fa capire all'inizio di quello che nacque come doppio EP, proprio lui che ci ha messo due anni per convincersi a sperimentare un trip. Venite dunque, unitevi tutti al magico viaggio misterioso perchè a loro piacerebbe tanto portarci lontano. Ai quattro o cinque maghi che vivono lassù nel cielo, oltre le nuvole, lontano fino a raggiungere quello stupido sulla collina che vede gli altri dall'alto della sua consapevolezza. Lascia che sia la tua capacità di volare a guidarti, volando si arriva ad una strada nebbiosa dove un George annebbiato dall'acido molto di più rispetto a quella stessa Blue Jay Way aspetta che i suoi amici arrivino al più presto. Adesso sai che gli amici siamo noi, quelli che il gruppo attende più del piccolo aiuto cantato dal fantomatico Billy Shears. Ma ora tutti in piedi a ballare un vecchio pezzo di molti anni fa, un brano che vostra madre dovrebbe conoscere. Tutti in piedi perchè sta arrivando il tricheco.
Secondo lui siamo tutti l'un l'altro, siamo tutti uomini uovo e lui si sente il più grande facendo quello strano verso. Se ne stà tranquillo ad aspettare il sole in un giardino inglese ma alla fine si toglie la maschera e scopri che non è nient'altro che il piccolo John, quello insicuro dei campi di fragole, quello che non faceva salire nessuno sul suo albero perchè nessuno in realtà ci riusciva. Anche il compagno d'avventure Paul si è tuffato nel lago della propria infanzia e ha deciso di descriverci Penny Lane con quell'occhio caleidoscopico che fu caratteristica di una certa Lucy. Volando ancora sopra le teste di una generazione hippy che rappresenta il bel mondo e cantando l'inno dell'amore universale si chiude lo spettacolo.
Tutto ciò di cui hai bisogno è amore, lo dicono quei quattro maghi che stanno ancora lì adesso, nel loro cielo pieno di diamanti, a trasformare il più ordinario dei viaggi in un vero Magical Mystery Tour.
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