Se dovessi indicare un mese dell'anno che mi genera rigetto e stati depressivi non esiterei a nominare novembre. Un mese così grigio, caratterizzato da giornate di breve esposizione solare, piovoso, tedioso e stimolatore di pensieri suicidi . E non per nulla è il periodo dell' anno coincidente con l'usanza di recarsi a visitare e deporre fiori sulle tombe dei nostri cari defunti, proprio per non dimenticare la caducità e la relatività delle nostre esistenze.
Tutto molto tristanzuolo e, forse qualcuno penserà, apparentemente non attinente a quanto sto per recensire. Eppure, dopo aver ascoltato per ben cinque volte di seguito il cosiddetto nuovo singolo dei Beatles dal titolo " Now and then", quei pensieri che ho richiamato sopra mi sono sorti spontanei. E dal momento che chi recensisce, anche se per hobby come il sottoscritto, deve essere schietto, beh allora lo metterò subito in chiaro: "Now and then" è solo un ' inutile mossa commerciale all'esclusivo scopo di mantenere lubrificata una fiorente impresa ( non solo artistica) denominata "The Beatles". Forse qualcuno obietterà che non è certo una novità e che tutto ciò che definiamo "rock e dintorni" non può prescindere da ragioni anche commerciali. Ma non sempre queste dinamiche sono immediatamente lampanti. E comunque il successo c'è a fronte di una valida proposta musicale. Così è sempre stato per gruppi come i Beatles (e per tanti altri). Ma può capitare che quanto realizzato e pubblicato non sia proprio un granché.
Nello specifico, è già stato dato grande risalto a come sia stato possibile incidere un nuovo singolo dei Beatles. Già negli anni '90 del secolo scorso i tre Beatles superstiti ( Paul, George e Ringo) si erano dati da fare, per gentile intercessione della vedova Yoko Ono, con tre demos di John Lennon risalenti al 1979. Se per "Free as a bird" e " Real love" gli sforzi erano andati a buon fine (senza che si trattasse di brani di gran livello qualitativo), invece per "Now and then" non c'era stato nulla da fare per un motivo molto semplice: scindere la voce di John dagli accordi di pianoforte non era ancora possibile secondo le possibilità tecnologiche del tempo. Impresa possibile solo in questi ultimi tempi, grazie a procedure improntate alla ben nota Intelligenza Artificiale (ecco un aspetto positivo di questa nuova tecnologia). Da lì, è bastato aggiungere i passaggi strumentali incisi da Paul e Ringo, oltre agli accordi di chitarra incisi a suo tempo da George ( morto purtroppo una ventina di anni fa), nonché un' orchestrazione ridondante (tipo Electric Light Orchestra) e le voci dei cori dei Beatles in precedenti brani come "Eleanor Rigby" e "Because". Il risultato è la canzone "Now and then" rintracciabile su YouTube dal 2 novembre scorso (in Italia giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, giusto per essere dell'umore giusto).
In tutta sincerità, la canzone non mi ha finora suscitato un'impressione tanto positiva come è tipica per tutte le realizzazioni musicali dei Beatles. E ciò pur avendo ben presente che per l' ex quartetto il lavoro in sala d' incisione è sempre stato un' ottima palestra per sperimentare nuove sonorità e nuovi accordi musicali, generando un effetto caleidoscopico ineguagliabile. Questa volta ho avuto come l' impressione di un risultato finale molto meccanico, della serie " tirare fuori dal freezer un vecchio alimento da preparare in fretta e furia, senza impegnarsi più di tanto". Difficile così ritrovare quel tocco magico tipico delle composizioni targate Beatles.
Ma ancora più discutibile è quanto dichiarato dai due Beatles superstiti, secondo i quali quanto effettuato sarebbe stato di gradimento dello stesso John Lennon. Per quanto loro abbiano lavorato insieme per tanti anni con quest'ultimo, resta pur sempre vero che l' uomo e musicista Lennon è stato sì molto prolifico come compositore, ma altrettanto facile a cambiare idea su quanto realizzato. Poteva benissimo ritenere insoddisfacente quanto composto, pur trattandosi di brani di grande valore (tanto per dire " Jeaulos guy" mantiene la stessa struttura musicale di "Child of nature", scritta durante la permanenza in India nel 1968, ma ha un testo completamente diverso e non altrettanto bello). Se " Now and then" è rimasto nel cassetto per tanti anni, una buona ragione per Lennon doveva pur esserci ( forse il testo così scarno nel ringraziare la persona amata per tutto il supporto prestato a tirare avanti, oppure la melodia non particolarmente briosa, anzi un po' monotona).
Fatto sta che, se un odierno teenager digiuno della materia Beatles dovesse ascoltare " Now and then", potrebbe non essere particolarmente colpito da suddetta canzone. E sarebbe ancor più perplesso a fronte di qualche breve cenno sulla storia dei Beatles e di John Lennon in particolare. Forse non coglierebbe la portata fondamentale dell'opera dei Beatles nella storia della musica del secondo Novecento. Forse non comprenderebbe l'esistenza di un tocco magico relativo all'universo sonoro del quartetto di Liverpool, il tutto gli parrebbe tanto remoto quanto Annibale e le guerre puniche.
Inutile dire che, per farsi un' idea sulla materia, sarebbe meglio ascoltarsi l' opera omnia del gruppo. Solo così avrebbe contezza della portata del fenomeno beatlesiano. Date simili premesse, ascoltare" Now and then" diverrebbe qualcosa di assimilabile ad una semplice nota a piè di pagina di un' irripetibile vicenda di meritato successo di quattro talentuosi giovani cresciuti ascoltando il rock'n'roll degli anni '50 del secolo scorso. Una nota a piè di pagina che giunge quando i protagonisti di quell'epopea ( e il discorso vale anche per altri superstiti come i Rolling Stones) ci propongono solo qualche residua scintilla di quel gran splendore della loro musica. E comunque sia adesso, resterà la stima e l' apprezzamento per un lascito artistico fondamentale.
Carico i commenti... con calma