Una letale iniezione di raw power. Una scarica di adrenalina ad opera dei BellRays, capitanati da una panterona capelluta e graffiante, e dai Jim Jones Revue.
I primi sono una a me sconosciuta ma molto interessane band dalla ventennale esperienza, che tra le altre cose ha fato da spalla agli MC5. Dal vivo la cantante è davvero impressionante nella sua veste di cantante soul con furia punk e tacco dodici.
I secondi sono solo l'ultima creatura del profeta del Detroit-sound Jim Jones, che dagli anni ottanta ha militato nei vari Thee Hypnotics, Black Moses, Licence to Destroy. Una vita passata a declinare nei modi più disparati il sound di Stooges e MC5. Agli esordi era una specie di clone di Iggy Pop ma ora sul palco del Bloom si dimena con studiata maestria una specie di versione punk di Jerry Lee Lewis.
Bordate di punk'n'roll investono a più riprese il pubblico, un pelino annoiato alla fine dell'esibizione precedente per il sound energico ma un po' monotono dei BellRays. Dapprima il frontman è studiato da un pubblico dubbioso, con le sue mossette e urla selvagge, con i suoi compari in tenuta rockabilly a pestare sui tasti ed ondeggiare il basso, ma alla fine gli si abbandona completamente, affidando le proprie danze sfrenate alle sue capacità di grande performer, showman e provocatore. Per la disperazione di un tecnico, alcune fanciulle salgono a più riprese a ballare sul palco (sarà alto 50 cm), dopo essere state occhieggiate fino a quel momento dal nostro, che per dovere di cronaca sotto giacca a panciotto indossa una scandalosa camicia con motivo pitonato davvero molto rock'n'roll.
Concerto trascinante che si piazza al vertice dei concerti dell'anno assieme alla presentazione del nuovo degli Ufomammut, sempre al Bloom.
Bloom rules!
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