Nel lungo e tortuoso cammino di scoperta della Musica Classica, capita molto spesso di imboccare strade alternative, indugiare negli stessi luoghi per lungo tempo, accorgersi di essere già passati per lo stesso punto oppure, distraendosi, di cadere rovinosamente.
A volte, però, per effetto del caso o delle indicazioni di un passante, si imbocca il percorso giusto. Mi riferisco, naturalmente, al disco oggetto di questa recensione.
Continuando nella metafora, si tratta forse di uno dei percorsi più nascosti, dei meno battuti o dei più difficili da attraversare, ma sicuramente uno dei più affascinanti.
Sin dalle prime sillabe del “Dominus Regnavit” che apre il disco, si ha subito la sensazione che il tempo si arresti.
E’ indubbio come in pochi secondi i Monaci di Santo Domingo de Silos siano in grado di calare l’ascoltatore nella propria dimensione monastica. Ci si accorge, inoltre, che questo cantus planus è si austero, solenne, denso di spiritualità, ma allo stesso tempo in grado di comunicare un forte senso di serenità, liberazione, condivisione dello spirito.
Con il loro Canto i Monaci riescono ad esprimere un senso unico di fraternità, come dimostra la stessa esecuzione: il Coro e sì un insieme compatto, ma allo stesso tempo riesce ad esaltare tutte le individualità che lo compongono.
Grazie ad un’ottima registrazione, caratterizzata solo da un leggero fruscio di fondo, il Canto risuona come nell’Abbazia in cui è stato originariamente registrato. Il riverbero naturale della ripresa non disturba l’ascolto anzi lo esalta: si percepiscono in dettaglio i sospiri, i respiri, le pause e le inflessioni vocali dei Monaci. Nei passi corali le note restano sospese nell’aria, perfettamente intellegibili per l’ascoltare fino al loro naturale esaurimento.
L’affascinante cadenza spagnola, unita al caldo timbro della voce dei Monaci rende preziosa anche una semplice cantilena, come la commemorazione dei Santi e dei Martiri nel “Nomina Offerentium” o nella preghiera del “Credo”.
L’atmosfera si fa a tratti più scura solo nei 3 “Kyrie” presenti nel disco.
In conclusione, siamo in presenza di uno di quei Capolavori che ogni amante della musica dovrebbe possedere o quantomeno ascoltare.
Resta la speranza che queste poche righe possano servirvi, se non da mappa, almeno da bussola per orientarvi in questo affascinante cammino.
Monaci di Santo Domingo de Silos, Dom Ismael Fernandez de la Cuesta (dir.), Deutsche Grammophon - 1969, T: 50'31, ADD
Carico i commenti... con calma