Raffinate melodie e squisiti giochi vocali, dalle sorgenti malinconiche e foci giulive. Questo è l’efficace Indie/Low-Fi proposto nella raccolta “The Three E.P.’S” dalla Beta Band, ripubblicazione uscita qualche anno addietro su Regal Recordings. Un’infinità di strumenti classici e tradizionali, come il contrabbasso, l’organo, la tromba, l’armonica e il piano, che s’inseriscono armoniosamente e silenziosamente nelle 12 composizioni, spesso anche persuase da suoni registrati all’aria aperta. La voce e i cori riverberati sono il punto forte, l’attrazione più incisiva dei The Beta Band, il resto è un piacevole accompagnamento melodico molto curato, ma sempre essenziale e minimalista. Le tracce migliori sono sicuramente le ultime quattro, quelle del E.P. “Los Amigos Del Beta Bandidos” uscito nel 1998: “Push It Out”, con le sue fragranti sperimentazioni vocali (provateci anche voi), è in assoluto uno dei brani più rappresentativi della B.B., come altrettanto belle sono le chitarre acustiche in “It’s Over”, originariamente registrate sul quattro piste casalingo di Stephen Mason, e gli arrangiamenti strumentali in “Dr. Baker”, stigmatizzata ancora una volta dalle liriche intense del cantante S. Mason. Pochi ma buoni i loop e samples di J. McLean. I quattro scozzesi a quanto pare non sono solo geniali musicisti, bensì anche ottimi registi dei propri video, che ormai sono parte integrante dei loro show dal vivo. Uno spettro artistico eccentrico e anticonformista, difficilmente classificabile con un aggettivo solo e, stando al loro insaziabile talento sperimentale (molto diversa e più elettronica la loro ultima pubblicazione “Hot Shots 2”), di transito per nuovi e futuristici suoni che non mancheranno di sorprenderci. Un album che potrebbe essere stato co-prodotto da Badly Drawn Boy e Belle & Sebastian. djd
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