Ed infine il liberalismo trionfò. Convinti Noi, convinti tutti. Accendere la televisione, uscire di casa, consumare (consumandosi), accettare (discriminandosi) ed infine canticchiare (decantandosi)... un tripudio di certezze senza spessore su cui costruire edifici ad uso popolare in modo in-popolare, per migliorare la società mediante la "magia" della speranza rateale e patinata. Quando questi pensieri cominciano a sobbalzarmi in mente festosi, subito vedo di sedarli pensando a Junk Yard dei Birthday Party. Nulla di più di sedante in queste occasioni risulta pareggiare i nefasti gorgheggi, i nauseabondi acuti, e le stridule sferragliate della primordiale band di Nick Cave. Già, perchè soltanto contemplando in modo distaccato e pacato quelli che sono gli insulti verbal-sonori ai quali ci si sottopone, una volta avviato l'ascolto, si può affermare avidamente di sentirsi dalla parte di una squallida ragione in cui un mondo sogghignante e macabro, offre noi l'unica via di salvezza: l'autoderisione. Qualche prova?

1 - Sin dall'inizio "Blast Off" è carne da macello esplicitamente sottoponibile a timpani alto borghesi, per scopi inimmaginabili a cause alcune.
2 - La risibilissima quanto magistrale "She's Hit", la quale risuona in fradici riverberi, come parodia dell'amore più puro, schernito impietosamente.
3 - Una marcia funesta a ritmo incalzante in onore di "Joe il Morto", nevrotica quanto basta a farla finita (sul serio).
4 - "The Dim Locator" + "Hamlet(POW, POW, POW)" una doppia tragi-commedia a ritmo di blues sfrenato e catacombale impari a nient'altro.
5 - La Religiosità dissacrante ed esasperante incarnata da "Several Sins" e "Big Jesus Trash Can", che concedono la dimenticanza di entità arcane, in un mondo fatto di chees-burger e creme cancerogene anti-vecchiaia.
6 - Una parade interminabile di sevizie soniche, inflitte oralmente con le rispettive condoglianze di "Kiss Me Black", "6" Gold Blade", "Kewpie Doll" e "Junkyard", apprese giusto in tempo per ri-subire una "Dead Joe" remiscelata a dovere per fare ancora più male.
7 - La conclusiva "Release The Bats", sfrenata e spudorata nei suoi abusi di groove e blues da obitorio.

The Birthday Party, ovvero un trapianto post-punk/blues/new wave ben riuscito ed assolutamente unico, estraneo dalla funky-shit made in the 80's e locato in una Australia a metà tra San Francisco e Bratislava: Melbourne. Tracce di inseminazione di questo tipo, sono riscontrabilissime in bands claustrofobiche come Scratch Acid, Jesus Lizard, Rapeman e primi-primi-primi, assolutamente, primi Nirvana. Confidando nella vostra intelligenza, sconsiglierei l'ascolto in occasione di liete ed intime feste di compleanno.

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