Sembrava davvero che il bruciante sole californiano non sarebbe mai riuscito a riscaldare il cuore nero di Pall Jenkins e Tobias Nathaliel.
Eppure dei loro primi tre dischi - immediatamente dopo la rottura del sodalizio chiamato "3 Miles Pilot" - ce ne innamorammo.
Eppure di canzoni sull’orlo del baratro ne facemmo colonna sonora di momenti della nostra vita, metafora perfetta dell’alienazione da una quotidianità ai limiti della nevrastenia.
Prima o poi, però, in ogni esistenza si fa avanti l’esigenza di nuove urgenze, e questo devono averlo capito anche i ragazzi di San Diego. Insomma, non si può mica vivere l’eternità facendosi sempre accarezzare dal soffio della disperata malinconia.
A volte occorre anche alzarsi, sollevare il volume e guardare - anche se accecati da una luce che sconosciuta ci abbaglia - oltre il proprio passato, fino a raggiungere, nel circolo della vita, il presente.
"Amore del Tropico" - fin dal titolo esplicita dichiarazione d’amore verso lo stivale - si avvale si tutta una serie di nuove strumentazioni, a tutto vantaggio di un quadro d’insieme vario ed accattivante.
Un album soul, dunque, dove per soul si deve intendere lo spirito d’insieme che ne sta alle fondamenta?
O, semplicemente, un album solare, nell’accezione immaginata dai BHP, dove sembra quasi di perdersi, colti allo sprovvisto da ritmi e suoni che sprigionano una dolce malinconia piena di colori?
Ai posteri l’ardua sentenza, anche perché, d’altronde, la malinconia può essere così meravigliosa e, a volte, da preferire ad una felicità da quattro soldi.
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