IL SUONO NERO e il Violino

Dopo quattro anni dall'ultimo album... "The Spell"

Musica che sa essere desolata e triste, ma anche incandescente e luminosa, un cabaret cinematico e cinerastro, che ritrae una città fantasma, nella sua penombra fascinosa e quasi gotica.

Jenkins disegna melodie nebbiose e intarsiate d'amore, sposta le lancette dell'orologio e la luce del giorno verso la notte, il buio è padrone, le emozioni sono nascoste, per forza, ma il chiarore purpureo del cielo si staglia all'orizzonte, regalando sensazioni di grande intensità, una strada oscura che porta al piacere, alla confusione ed alla bellezza. Un ritorno ai toni minimalisti dei loro primi album, canzoni minacciose e scure che introducono l'ottimismo e il positivismo nella notte, un ritorno disperato e macabro che macchia un cielo nitido e misericordioso.

Un album senza fretta che rinfresca e abbaglia, affascina, piano e chitarre, violino, si aggrovigliano con liriche malinconiche e angoscianti che dipingono la realtà delle nostre città, fulvide e opprimenti, il teatro che ogni giorno viviamo, la storia che affrontiamo ingenuamente e inconsapevolmente, la nostra anima sfigurata fluisce naturalmente in un canvas di colori degni di Cezanne, un fluire dinamico e naturale che ci riempie i polmoni di fumo e di aria candida che bruciano insieme, aria pulita e smog ci portano alla mezzanotte dei pensieri, nell'introspezione dei pensieri e delle tensioni che caratterizzano le emozioni e il senso della nostra vita, dove bianco e nero si alternano come in un film noioso e gelido, quasi eccessivo, nella sua fantastica miseria, quando la sua semplicità rivela la meraviglia.

La semplicità e la simmetria di quest'album portano ad un'anestesia sensoriale che ci fa riconoscere il giusto punto di rottura fra il bello e il brutto, quest'album è il giusto compagno che ci accompagna nel viaggio che abbiamo deciso di fare, luce o buio, piacere o dolore, la strada è aperta, la disperazione è vicina alla meraviglia, la poesia avvelenata è l'amante struggente, ma l'eccitazione ci porta alla tolleranza e alla gioia che soporizza e spiana il percorso, la processione del cuore nero ci indica il viaggio perfetto, San Diego è vicina, nebbiosa e solare, il riverbero dell'anima è il filo spinato del nostro cuore.

"Grazie a te, perché è meraviglioso avere un lumino che luccica così tanto, anche da lontano.."

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