Dopo due anni di attesa, il duo formato da Dan Auerbach e Patrick Carney torna con la pubblicazione del nuovo disco, il sesto, dal titolo “Brothers”.
La ricetta già collaudata e messa in campo per i precedenti album risulta confermata; 15 tracce dal sapore blues e dai ritmi rock.
A differenza di “Attack & Release”, il suono si fa più vintage e nostalgico, un miscuglio efficace in grado di rispolverare il vecchio amore blues.
Il tema che percorre l'album non è a caso quello della fuga e della perdita nostalgica, quel sentimento a cui si rimane volenti o nolenti affezionati, un cordone ombelicale di difficile recisione. Da segnalare l'oculata scelta di delegare a “Thigten Up” il singolo di lancio; il testo dalla composizione disperatamente sensuale s'intreccia con la maestria e il già collaudato successo derivato dalla collaborazione con Danger Mouse, membro degli Gnarls Barkley già noto ai “fratelli” statunitesi per la partecipazione in “Attack & Release”.
E se “Thigten Up” rappresenta la hit radiofonica dalla firma prestigiosa, nel disco si trovano ballate di alto calibro, come “She's Long Gone” o la deliziosa “These Days” che chiudono degnamente il disco regalando sonorità struggenti e prive di costruzioni da studio. Dalla sonorità vibrata del fuzz in “ Next Girl” passando per il giro di accordi implacabile di “I'm Not The One”, l'approccio sonoro è sempre al servizio della canzone.
In “ Too Afraid To Love You” i suoni appaiono come lividi emotivi, fioriture sanguinose che assalgono l'anima di un protagonista in cui “gears they grind more each day, and I feel like they're gonna grind away". Ne deriva un album ricco e certamente specchio delle qualità musicali di Dan e Patrick.

Un disco ispirato e di ispirazione che non a caso è apprezzato da uno dei maestri del rock-blues pulito e d'impatto: Jack White. Brothers arriva come disco della maturità in cui la cura per il dettaglio sonoro e testuale subisce un netto improve rispetto ai precedenti. Niente cade nel piatto e nello scontato, come purtroppo accadeva ad alcune canzoni degli album precedenti, anche grazie ad una gamma vocale di Auerbach che in Brother dimostra di poter cambiare la sua voce tra delicata, livida, coraggioso e dolce, a volte anche nella stessa canzone.
Ci piace quindi chiudere con l'irresistibile minaccia dal sapore profondamente bohémien contenuta in “Sinister Kid”: “That's me, the boy with the broken halo..... Harder than marble stone/ I'm better off left alone”.

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