La canicola di agosto vi perseguita e non sapete che fare? "Thickfreakness" è la soluzione ai vostri problemi: una ventata d'aria fresca made in Akron, Ohio by Dan Auerbach e Patrick Carney, in arte The Black Keys.

La loro proposta è un blues americano sincero e senza fronzoli: solo una chitarra (squisitamente fuzzosa), una batteria dal 4/4 DOC e la torbida voce di Dan.

"Thickfreakness" è il classico disco che fa battere il piede a tempo senza che nemmeno ci si possa accorgere, d'altronde è difficile resistere alla musica viscerale e coinvolgente dei Keys: basti ascoltare il trio d'apertura Thickfreakness-Hard Row-Set You Free per rendersi conto della forte personalità dei loro pezzi. Le sorprese non finiscono qui: nel corso dei suoi quaranta minuti l'album è in grado di mostrare altri lati dei Keys, come la dolcezza di Midnight in Her Eyes, o l'ilarità di If You See Me e Hurt Like Mine, o ancora la tensione della pulp song Everywhere I Go, cover del bluesman Junior Kimbrough, perfetta per un film di Tarantino. Un'altra cover spicca all'interno del platter: la potente Have Love, Will Travel, scritta da Richard Berry. Menzione speciale meritano i testi, perlopiù incentrati sul tema dell'amore, un amore mai romantico ma sempre scanzonato e sincero.

Con questo album cominciarono ad arrivare i primi successi per il duo di Akron, che stava spianando la strada per il suo celebrato successore Rubber Factory, già più curato e con quel pizzico in meno di spontaneità. "Thickfreakness" ha tutte le carte in regola per diventare uno dei vostri dischi dell'estate, anche sotto il solleone di agosto!

Dopotutto it's only rock'n'roll... but I like it!

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