Ma allora questo vi è sfuggito!!!!! Non riesco a crederci, vi siete davvero dimenticati tutti dei Boo Radleys? Allora ve li ricordo io, siamo nel 1993 ed in un negozio di dischi il mio amico/proprietario mi fa sentire un disco che definire strano è riduttivo; il disco si chiama "Giant Steps" e per l'epoca è stupefacente.
Dovrebbe essere un disco di Brit Pop, perchè le diciassette tracce (quasi un'ora di musica) sono piene di melodie accattivanti, ma la lezione psichedelica è ben presente e la voce del cantante è singolarmente flebile e spesso filtrata; ci sono dissonanze e spesso si ricorre ai fiati, con arrangiamenti mai banali che a volte sfociano nel "noise" nel "dub" e anche nell'orchestrale. Lo compro e me lo porto a casa per la felicità del mio amico che probabilmente disperava di venderne anche una sola copia.
Invece clamorosamente, dopo qualche tempo scopro che quel disco in controtendenza, in Inghilterra "ha fatto il botto" ed è stato addirittura eletto disco dell'anno dalla prestigiosa rivista New Musical Express. Io nel frattempo me ne sono innamorato e tutt'ora i Boo Radleys continuano, dall'ipod, ad accompagnare le mie giornate. Sono stati la creazione di Martin Carr che scriveva tutti i brani, oltre a suonare chitarre e tastiere ed essere presente anche come vocalist. Intorno a Martin Carr ruotavano almeno una decina di strumentisti di ottimo livello (ma la sezione ritmica è chiaramente Brit Pop, non aspettatevi particolari virtuosismi), ivi compresa una intera sezione di fiati usata in qualche brano.
Il progetto Boo Ridleys inizia a Liverpool all'inizio degli anni '90; Martin Carr, riunisce attorno a se alcuni turnisti della scena underground, "allarga" le sue capacità vocali con l'aiuto di un cantante (le note di copertina dicono che si chiama Since ) e strappa un contratto con una casa indipendente, la Creation di Londra. I brani sono già pronti e vanno a formare due dischi, il primo, introvabile, si chiama "Everything Alright Forever", il secondo, straordinario, è questo "Giant Steps".
Purtroppo dopo questo disco verrà un insulso disco easy listening, "Wake Up", che cercava un forse irrangiungibile riscontro commerciale ed un altro paio di incisioni, sicuramente migliori ma incapaci di avvicinare l'estro creativo di Giant Steps. Poi l'inevitabile scioglimento, nel 1998, che prelude alla nascita della nuova creatura di Martin Carr, i Brave Captain che, negli anni 2000, non riusciranno mai a scaldare i cuori di pubblico e critica.
La track d'apertura "I Hang Suspended" inizia con una tastiera ripetitiva ed un suono che sembra uscire da un vecchio grammofono, poi entra la band ed è pop inglese cristallino ed accattivante, ma le dissonanze sono subito dietro l'angolo ed accompagnano le voci (ottimo l'impasto vocale). "Upon 9th And Fairchild" è una chitarra distorta ed una voce filtrata da brividi, "Wish I Was Skinny" è un brano che avrebbe fatto la felicità degli XTC di Partridge, all'inizio è solo una canzoncina carina, ma poi tastiere ed arrangiamento orchestrale con chiusura in dissonanza ripetitiva ed applausi in sottofondo. "Leaves And Sand" è un ritornello psichedelico con chitarra distorta e ritmica incalzante a squarciarne la pace, un capolavoro... e così via per gli altri brani che, almeno fino alla traccia tredici, lasciano sempre piacevolmente stupefatti.
Purtroppo questa volta non posso darvi buone notizie sul prezzo, lo trovate su internet, ma a ben 22 euro, e non posso nemmeno dirvi il sito perchè sono stato accusato di fare pubblicità (mi scuso, non era mia intenzione, erano solo "dritte" innocenti, comunque il sito è quello più famoso). Se non lo avete mai ascoltato vale la pena di sentirlo.
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