"Only dull people are brilliant at breakfast." (Oscar Wilde)

The Brilliants At Breakfast è una band di Palermo (Alex Valenti: voce e chitarra; Leo Vetrano: chitarra e xylophono; Giuseppe D'Angelo: basso e back vocals; Sergio Corrado: chitarra; Mauro Cassarà: batteria e back vocals) nata nel 2007, che ha da poco firmato un contratto di 2 album per la Seahorse Recordings di Paolo Messere (Ulan Bator). "Romy's Garden" è il primo dei due.

Il disco si apre con "Shame", ideale punto di partenza in cui riecheggia ancora qualche avanzo di grunge degno della migliore Seattle. "Perfect As Circle":  ballata malinconica, dove un eco d'aiuto proviene dal profondo di un pozzo ghiacciato, richiesta che sembra continuare in maniera più distorta ne "Blue Berry Sky". La cinematografica "Jules & Jim" è uno dei tanti indizi che ci suggeriscono che The Brilliants At Breakfast non si rifà solo ed esclusivamente ai gruppi post-rock nordeuropei, bensì non esita a tornare più indietro (non troppo) nel tempo fino ad arrivare ai confini dello shoegaze. Con "The Flow" e "Portnoy's Complaint" arriviamo al punto centrale del disco; la prima traccia è un corridoio buio, ai limiti del macabro, con Leo Vetrano che sale e scende con delicatezza dai gradini di uno xylophono, il basso che continua a riportarci negli '80, mentre il cantato diventa per la prima volta parlato e la melodia si trasforma in cattiveria. Ma la rabbia ridiventa nuovamente malinconia attraverso i soliti accordi di chitarra ("In Heaven"). "O.L.S." è il post-rock (Mogwai, Explosion In The Sky, eccetera) di cui parlavamo sopra: dalla durata (sette minuti, quasi otto), all'arrangiamento ... compresi gli usuali cambi di dinamica, mentre "The Island" ci riporta alle prime tracce, decisamente influenzate dal lato più pop dei Radiohead. Il viaggio si conclude con la tracklist "Romy's Garden", dove nove minuti abbondanti non fanno altro che evidenziare definitivamente il profilo e il percorso stilistico di questo gruppo. La traccia si conclude con un lungo loop di chitarra con cui The Brilliants At Breakfast ci ricorda che non si esce facilmente dal giardino di Romy, che è anzi un labirinto, dove il percorso non è QUASI mai scontato.  

La band di Palermo riprende, rivisita e ripropone a modo proprio un genere (il post-rock più blasonato) e lo contamina in maniera decisa e coraggiosa ... spesso gli accordi si ripetono e sembrano girare a vuoto nel loro stesso labirinto, ma forse tutto questo fa parte del gioco ... Il primo passo è incoraggiante. (2,5 che diventa 3 per la fiducia)

Post-rock? Più "rock" che "post"... e forse è meglio cosi!

 

Carico i commenti...  con calma