Album del 1968. TEST – PRIMO ASCOLTO

Nei primi cinque secondi di ascolto mi viene subito da pensare a Sergent Pepper dei Beatles ma dopo le cose cambiano. La personalità del disco si rivela subito fortissima e quando inizia il quarto brano, "Draft Morning", mi è facile pensare che i Pink Floyd abbiano preso da qui l’atmosfera musicale del loro "Us And Them" di The Dark Side Of The Moon. Il sesto ed il nono brano mi stupiscono piacevolmente con il suo 5/4, tempo in cui non è facile comporre qualcosa di avvincente. Il disco finisce prima che me lo aspetti, lasciandomi ancora affamato.

Lo rimetto da capo per la seconda volta, lo riascolto, rimetto da capo per la terza volta, e lo riascolto nuovamente tutto... Queste sono state le impressioni ed i fatti di quando lo ascoltai per la prima volta. Da allora il gusto nel sentirlo si è approfondito notevolmente percependone la profondità della personalità e delle infinite sfumature. Solo dopo mi sono reso conto che probabilmente ero uno degli ultimi appassionati di musica rock a non averlo mai sentito. Mi sono accorto che questo capolavoro era lì da più di trent’anni e io non ne avevo mai approfittato. Ora che lo riascolto è come incontrare un vecchio amico e fa sempre piacere, scalda il cuore. Be, ora capisco perchè il mio amico Roberto mi disse che mi sarebbe piaciuto da matti, e come poteva non piacermi? E' semplicemente fantastico. Lascio questa recensione incompiuta ed aperta. Ci sono io e ci siete voi, siamo in un pub e ci beviamo una birra. Fuori nevica e i Byrds ci tengono compagnia. Aiutatemi a finirla, parliamone...

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