Ed Simons e Tom Rowlands negli anni novanta erano due ragazzi inglesi con le tipiche facce da nerd, sui quali nessuno avrebbe speso due parole. Ed Simons e Tom Rowlands negli anni novanta hanno dato vita al connubio artistico più importante nella storia della musica elettronica.
E' possibile creare un disco vigorosamente rock senza usare chitarra, basso, batteria e voce naturale? Si.
Il piglio selvaggio e martellante di questi 11 pezzi è un vortice adrenalinico e psichedelico, in grado di evocare i tipici brividi della musica rock. Un uso ipercreativo degli strumenti elettronici che non si limita a creare ritmi serrati e battiti per minuto, ma aggiunge motivi armonici in un continuo svolgersi di invenzioni lisergiche, è il frutto di queste due menti geniali.
Brani che fanno girare la testa, mai scontati, in continua evoluzione. Si salta sin dall'inizio con "Block Rockin' Beat" e si entra nell'occhio del ciclone con gli otto minuti di quel piccolo capolavoro che è "Elektrobank", una vera banca di suoni, ritmi e adrenalina. "Setting Sun" è un perfetto incontro tra elettronica e rock con la voce di Noel Gallagher unico elemento umano, ma con "It Doesn't Matter" i battiti crescono vertiginosamente fino quasi alla disarmonia ritmica.
Oramai l'ascoltatore è stremato e desidera un attimo di quiete, che gli viene giustamente concesso nel finale dell'album, dove emerge il lato più melodico e onirico del duo inglese ("Where Do I Begin" e "The Private Psychedelic Reel"). In definitiva potremmo definire Dig Your Own Hole un album che ha disintegrato le barriere e che ha paradossalmente avuto più influenza sulla musica rock che su quella elettronica.
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