Volersi divertire non è una cosa da poco, sento molta musica ma rimango folgorato all'ascolto di questo punk rock vecchio stile, scusatemi se mi ripeto, ma dove è finita quell'attitudine di una volta? Quel suono sporco che trasudava marcio, rock n roll così suonato male da essere fantastico?
Oggi ogni ragazzino ha un computer con la discografia completa di ogni fottuta band di questo mondo, ogni ragazzo ha un computer che funge da studio di registrazione, tutti sanno tutto di tutto. Voglio dire... beata ignoranza se la musica deve soccombere. Registrazioni digitali tutte identiche, senza errori, assoli di chitarra corretti con un mouse, "voglio la batteria che suona come quella dei Dream Theater, la chitarra dei Metallica e il basso di Pastorius" tutto e subito, risultato: appiattimento totale, registrazioni svedesi che sembrano l'effetto di una clonazione, suono plasticoso, dove stanno le vecchie bobine? Questo è il motivo per cui invece di ascoltare la band del 2008 (si, sto generalizzando) vado ad immergermi in gruppi semi sconosciuti, dimenticati dal mondo, ve ne presento uno: gli Australiani Chosen Few, che registrarono nel '78 questo disco "Do the manic!".
Grezzi, sporchi ed ubriaconi, suonano un punk rock, particolare, graffiante ma con una sottile linea di classe, partiture risalenti all'età della pietra rivisitate e rese stravaganti, canzoni composte da due riff e poco più, simpatici assoli rockeggianti, tirate di corde e fischi di chitarra. Una batteria che si sfoga, registrata pessimamente (non si sentono quasi i piatti), un basso che non si sbilancia ma che esegue il suo lavoro correttamente. Cantato scatenato, parti vocali semplici ma incisive, condite da urla ossessive che si frantumano in una distorsione totale. Non potrei mai dire che gli Chosen Few siano la migliore band del mondo, ma ci sanno fare, trascinano con canzoni rock corte e spensierate, mi ricordano in particolar modo gli americani Real Kids, anche i Ramones in tratti. La registrazione contiene qualche imprecisione, le canzoni cambiano velocità, piccoli errori di chitarra e varie distrazioni, ma questo per me è uno dei motivi che rende godibile la musica, sentire che è suonata da esseri umani e non da macchine computerizzate.
Il disco scorre che è una meraviglia, contiene stupendi brani come "Mercenary of love", "Disco tek wreck" o "Jokes on us". Ma se apprezzate il genere è difficile fare distinzioni, le tracce sono tutte buone.
Reperire il disco è quasi impossibile, io me lo sono fatto spedire dall'estero, ma con buona volontà ci si può riuscire. Non ho altro da aggiungere, visto che la band è semisconosciuta e condivide il nome con un altro gruppo, (mi sembra reagge). Anche questo può essere un punto a favore del disco? Si. La quasi totale mancanza di fonti sui Chosen Few, può rendere l'ascolto più fascinoso.
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