The Church gruppo Australiano formatosi nel 1980 dal cantante, autore nonché bassista Steve Kilbey (voce unica nel suo genere), dal chitarrista Peter Koppes, dal secondo chitarrista Marty Willson-Piper e dal batterista Kick Ward e attivi ancora ai giorni nostri…
Gruppo di abili ricercatori nonché miscelatori di raffinatezza pop – psichedelica che non avrà mai un fine. “Starfish” è uno dei loro migliori Album, il più venduto ed il più criticato per aver contrariato i loro precedenti lavori portando una creazione di mielose sfumature pulite e poco rumorose, ma decisamente concrete e fondamentali, infatti il risultato è stato raggiunto dalle vendite a picco. L’Album si apre con “Destination” ottimo riscaldamento per introdurre un travolgente successivo ascolto, e qui si parla di “Under The Milky Way” che sarà il loro capolavoro, un sogno melodico e vellutato di dimensione sproporzionate, e che dire delle successive “Blood Money” e “North, South, East And West", tutte tracce dove la presenza fondamentale è caratterizzata dagli arpeggi delle chitarre acustiche che a volte accompagnano assoli di cornamusa.
Proseguendo, “Spark” il pezzo più accattivante e progressivo, interamente condotto dalla chitarra di Willson-Piper, “Antenna” è di una strabiliante solarità che premette una ipnotica sbalorditiva elettronica di “Reptile”, che si va a miscelare nel richiamo degli anni ’60 di “A New Season” e “Hotel Womb” . “Starfish” accoglie atmosfere uniche e ogni brano è notevole, come notevole è da sottolineare nuovamente, il continuo basilare lavoro delle chitarre acustiche che si rincorrono in una “porporea” pop – song psichedelica che ha colorato positivamente gli anni ’80. Dieci tracce che ti dirigono in una dimensione al di fuori del dark o dalla new wave che campeggiava fortemente in quello straordinario decennio.
“Starfish” è una fantastica storia reale che arrivò dall’oltre oceano inondando ogni paese del mondo.
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