Non sono mai stato un patito di jazz a dire il vero. Ma da quando mi è capitato per le mani, quasi per caso, l’esordio “Motion”, ho aspettato pazientemente di poter vedere dal vivo l’ “orchestra” di Cardiff, curioso di vivere in prima persona i viaggi “cinematici” già percorsi più volte sulla poltrona di casa. Chi ne capisce più di me mi dice che se voglio farmi una idea di cosa sia il vero nuovo jazz, devo presenziare assolutamente e soprattutto devo scordarmi “quel fighetto” di Saint Germain (la cui performance, tra l’altro, non mi era affatto dispiaciuta un paio di estati fa). E così eccomi qua, all’Alcatraz di Milano, a vedere uno dei migliori progetti di casa Ninja Tune. Dirige l’orchestra Jason Swinscoe, ex-dj di una radio pirata londinese. Al suo fianco il turntablist PC, già membro dei Dj Food. Sul palco poi, sparsi qua e la, John Ellis alle tastiere, Phil France al basso, Tom Chant ai fiati, e un omino magro alla batteria. Si inizia con “Ode to the big sea” direttamente dal primo album; colpisce subito il groove di basso su cui si innesta il sax. Nel mezzo una pausa: l’omino inizia un assolo di charleston e rullante, dando saggio di una tecnica invidiabile. Ancora una pausa, poi riattacca il groove iniziale. Applausi, sale sul palco la cantante di colore Niara Scarlett e si passa ai pezzi del nuovo lavoro “Everyday”. I campionamenti del “direttore” d’orchestra e il sax duettano sulla voce tipicamente soul in canzoni come “Burnout”, “Evolution” e “All that you give”. Non manca l’improvvisazione tipica del genere, l’omino alla batteria sembra un polipo mentre il basso completa una sezione ritmica che letteralmente esplode nella giungla di suoni del bis finale. Che bravi. Colpisce la facilità con cui sanno coniugare generi diametralmente opposti come jazz ed elettronica, spaziando tra sonorità sognanti tipicamente lounge e improvvisazioni degne della miglior scena di St. Louis.

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