Fa sempre un certo piacere notare come al giorno d’oggi anche l’Italia possa ritenersi al passo di scene musicali ben più rinomate per quel che riguarda l’aspetto discografico.
I friulani The Circle Ends Here sono di sicuro un ottimo esempio di quanto appena detto, una band giovanissima (età media vent’anni) decisamente strana vista la loro insolita propensione ad evitare facili cliché e trend del momento. Il conservatorio ha dato loro imput importanti sul modo di concepire musica, decisamente più matura e ricca di particolari rispetto a quanto proposto solitamente dai loro coetanei (e non solo).
Da queste basi è nato “The Division Ahead”, un debutto anomalo vista la sua qualità e l’estro messo al suo servizio da questi musicisti. Un lavoro complesso nella forma, articolata e basata su strutture sonore di medio-lunga durata (la maggior parte dei brani supera abbondantemente i quattro minuti), un’arma a doppio taglio che questi musicisti utilizzano al meglio sfornando scenari e brani ricchi di pathos e intensità. Difficile trovare una definizione che rispecchi con precisione la proposta di questa band, a tratti si potrebbe parlare di post-hardcore, a tratti di post-rock, di metal. Ciò che sorprende maggiormente è la facilità con la quale questi musicisti riescano a districarsi da situazioni a prima vista complesse con estrema facilità, attraverso un riff, uno stacco o più semplicemente dando vita a stravolgimenti ritmici impensabili a mente lucida.
Ascoltare brani come “Remiss” e “Porcelain” è un gran piacere, specie per chi è solito apprezzare brani carichi di tecnica strumentale e originali nelle soluzioni attuate. Mosche bianche questi The Circle Ends Here, il cui unico limite è dettato forse dalla poca esperienza che a volte li fa andare oltre, sfondando certi schemi che – volenti o nolenti – rimangono di base per chi ha scelto strade così complesse. Il cantato sgraziato al primo impatto colpisce solo in parte, ma è solo un’impressione iniziale perché dopo alcuni ascolti ha la capacità di trascinare l’ascoltatore in quell’oceano di emozioni messe su carta da una penna insolita nel modo di proporre le proprie idee. Le grafiche curatissime sono il fiore all’occhiello di “The Division Ahead”, produzione che in linea di massima è fatta su misura per chi è solito confrontarsi con gruppi come Isis e The Ocean.
Lasciamoli fare, distruggere e ricomporre questi The Circle Ends Here, perché di talento qui ce n’è davvero molto.
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