ATTENZIONE: Per evitare fraintendimenti, tengo a precisare che questa recensione non si riferisce alla compilation "Super Black Market Clash", ma all'originale edizione in extended-play edita nel 1980.

I Clash sono spesso visti come i classici "punkettoni" sporchi e maleducati (troppo irrespettoso per loro), oppure acome raffinate menti del suono e dello sperimentalismo (ma per favore!!). In realtà stiamo parlando di quattro ragazzi pieni di energia e creatività che hanno sempre cercato di liberarsi dalla fama di semplici provocatori, dimostrando al mondo intero la versatilità della loro musica (e quindi la superiorità rispetto ai Sex Pistols). Un pò snobbati e un pò sopravvalutati, i Clash sono stati una delle più importanti band dell'epoca punk; purtroppo non sempre ci hanno mostrato il lato più semplice e spontaneo della loro arte (basti pensare alle ambiziose sonorità di "London Calling" e "Sandinista", contro l'essenzialità del grande album d'esordio). "Black Market Clash" (che ho conosciuto frugando fra i 10 pollici di mio zio) è una interessantissima raccolta di songs registrate tra il 1977 e il 1980, unico nella propria semplicità e nella proprio autonomia dalle correnti musicali dell'epoca. Le uniche influenze musicali presenti nei pezzi (ovvero il punk e il reggae) sono le originarie venature della cultura musicale dei Clash: libero dai fiati di "London Calling" e dalla relativa pretenziosità di "Sandinista", il suono è nudo, l'arrangiamento è essenziale, non c'è niente (eccetto in casi particolari) oltre le chitarre, il basso e la batteria.

La carica di "Clash City Rockers" si ritrova nella esplosiva "Capital Radio One"; il grido di Strummer, l'incisività di Jones ancora una volta creano il tipico Clash-sound. Se da una parte troviamo il vecchio Joe che abbaia al mondo, dall'altra Mick ci offre delicate/distorte melodie in stile fine anni '70 (la splendida "The Prisoner" ricorda l'indimenticabile "Remote Control"). "Pressure Drop" è l'ennesimo omaggio della band al movimento ska. La frenesia di "Cheat" e di "City Of The Dead", la delicatezza di "Time Is Tight" chiudono la prima facciata. La Side 2 è reggae allo stato puro: i lunghi medley di "Bankrobber/ Robber Dub" e "Justice/ Kick It Over" e "Armagideon Time" mostrano uno dei lati più sinceri della loro musica.

Sebbene gli album più "ricercati" del gruppo siano anche le prove migliori, "Black Market Clash" rimane per metà fondamentale nella loro carriera, per l'altra una semplice curiosità.

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