So bene che non è cosa carina scrivere di un album già recensito in precedenza, io stesso mi ero proposto di dedicarmi solo alla recensione di dischi che ancora non avevano trovato spazio tra le pagine di DeBaser. Vorrà dire che questa sarà l'eccezzione che conferma la regola, in quanto non posso esimermi dal dire la mia riguardo a questo disco che, a mio parere, è stato letteralmente violentato dalla recensione di tale Anarcho92.
"From Here to Eternity" è una raccolta dal vivo dei Clash pubblicata nel 1999 e, nel complesso, il disco rappresenta un ottimo riassunto della carriera musicale di questo straordinario gruppo britannico. Non a caso non si tratta della registrazione di un unico concerto, bensì di una raccolta di vari live che vanno dal 1978 al 1982 divisi tra New York, Boston e, naturalmente, Londra. In questo modo vengono ben focalizzati i vari momenti della band che, più di ogni altro gruppo punk, ha saputo uscire dal proprio guscio sonoro per andare a esplorare nuovi orizzonti creativi sfociando in generi come il Reggea, il Dub, o il Pop.
I primi pezzi del disco vengono presi da un concerto del 1982: Complete Controll, London's Burning, What's My Name, Carreer Opportunities ecc... riaffiorano dal furore del '77 con la stessa medesima grinta di quegli anni con una differenza sostanziale: i Clash dal '77 all '82 sono cresciuti tecnicamente e, infatti, ripropongono i pezzi con maggiore maestria e precisione senza, però, penalizzare lo spirito scatenato e spontaneo dei primi anni. Passando per gemme come (White man) In Hammersmith Palais e London Calling si arriva ad un decisivo cambio di rotta con Armagideon Time, pezzo reggea in cui affiora per la prima volta la duttilità tecnica dei 4, perfettamente a proprio agio anche tra atmosfere pacate e ritmi in levare. Da qui in poi inizia un altro disco, Joe Strummer lascia il microfono prima a Mick Jones che si lancia in un'appassionata esecusione di Train in Vain, poi a Paul Simonon che si esibisce con la sempre splendida Guns of Brixton fino ad arrivare al trittico Magnificent Seven, Know Your Rights + Straight to Hell che è, a mio parere, il punto forte del disco. Si perchè questi tre pezzi vengono completamente stravolti rispetto alla loro esecuzione originale, rispetto alla versione in studio vengono, infatti, ripuliti da tutti quegli arrangiamenti complicati e da tutti quei suoni di contorno di cui Jones era fanatico per riaffiorare in un vestito molto più leggero ed elegante. Straight to Hell, in particolare, rappresenta la vera gemma dell'album: chitarra, basso e batteria si limitano a seguire i normali accordi e fanno da tappeto alla voce quantomai incendiaria di Joe Strummer che esegue il pezzo con un'intensità veramente rara. Brividi.
Insomma un album importante sia per chi voglia avvicinarsi al mondo dei Clash sia per chi già conosce i dischi in studio.
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