Vi ho visto. Non fate quello facce. Ebbene si, questa è la quinta recensione che compare su DeBaser di questo album. Ma le faccie della versione in vinile sono 6 quindi ce ne resta ancora una, no (scusa deboluccia)? O per lo meno vi ricordo che si parla dei Clash, quindi più se ne parla e meglio è. Soprattutto se bisogna aggiungere qualcosa a quello detto. Qualcosa che i recensori di prima non hanno detto. Anche perché dire tutto di questo album è forse impossibile e neanch'io ci riuscirò. In fin dei conti stiamo parlando di un magnum ribollente di stili musicali in 120 minuti di musica suddivise in 36 canzoni. Ma ci sono particolari che non possono essere tralasciati e che senza di essi i Clash non sarebbero così grandi.

Intanto per iniziare con questa lettera d'amore (leggendo vi accorgere che una vera e propria recensione non è..) verso il disco partiamo con l'affermare che può essere tranquillamente definito frammentario, pomposo, e perchè no, noioso. Ogni fan dovrebbe, onestamente, guardane la scaletta dell'album e trovarci canzoni che se avrebbe cantato qualsiasi altro artista avrebbe odiato. Esempi: che senso a mettere in un album, e non in un ipotetico singolo, il remix dub di una canzone subito dopo l'originale (One More Dub)? Qualcuno aveva davvero bisogno di ascoltarsi Version Pardner dopo ascoltato Junco Partner? Perchè prendere i figli dei musicisti e fargli cantare su una base midi (!!) Career Opportunities? Perchè riavvolgere il nastro di Something About England, aggiungere effetti stranianti, e metterlo su disco (Mensforth Hill)? Potrei continuare ma credo di aver reso l'idea. Ma provate ad immaginarvi Sandinista! composto di 12 tracce. o 24. Scommetto che non ci riuscite. Non potete (o non dovreste), perché anche queste canzoni mandano i Clash dritti verso il mito, come vedremo più avanti. E comunque per delle tracce in più (anche se non è così, ripeto) ci sono perle rock, pop, reggae, dub, elettroniche, rap e altro che fanno da giusta controbilancia. Intanto c'è lo sperimentare. L'andare avanti, il non passare sempre lo stesso punto ma cercarne un altro, fregandosene per chi storcerà il naso (e nel tour europeo qualche spettatore farà anche di più..). Scoprire che il rock(-punk) britannico è solo un genere musicale, niente di più di uno dei migliaia che affolano il mondo. E sperimentare di getto, senza essere celebrali come i Talking Heads ma più impulsivi. 3 settimane in studio a New York a suonare quello che si aveva in mano e via.

Come non restare sconvolti dall'attacco funk (1980, sono passati solo 3 anni dal punk di White Riot) di The Magnific Seven, primo pezzo rap registrato da dei bianchi? E se i Beastie Boys erano in ascolto scommetto che i Pogues conoscono bene Lose That Skin, che praticamente li inventa. Come possono in un album convivere zuccheroso pop-soul Hitsville Uk con le stramberie raggae di Junco Partner (classico jazz completamente rivoltato), rispettivamente traccia 2 e 3 dell'album? Si spazia da rock da stadio di Police On My Back al tropicalismo di Washington Bullets con il coro finale ad urlare la parola vietata (o almeno così la Thatcher voleva) che, a sfottò, dà persino titolo all'album. Ma se ne potrebbero dire tante di più, di tracce dell'album, ma che servirebbe visto che chi le ha già ascoltate ha già le sue preferite e farne l'elenco non serve a niente se non l'hai ascoltate? Qui si tocca con mano. O si sente con orecchio. Questa è musica senza gossip o scoop intorno. Solo i testi e la voce di Strummer, le invenzioni musicali di Jones, l'amore per i suoni del terzo mondo di Simonon e la tecnica di Topper (quanto odio chi afferma che Topper era solo un drogato che non sapeva suonare!!). Perché "Sandinista!" è un album che va ascoltato. Anche solo per zittire chi ti dice "Ascolto un pò di tutto.." e poi quel tutto è solo quello che gli propina la radio a lavoro. Questo è ascoltare un pò di tutto. E plasmarlo per dargli la forma che più ti si avvicina. Questo è punk se punk ha mai voluto essere qualcosa. I Clash venduti alla CBS? Certo, ma quando ci hanno guadagnato da quel contratto?

L'album precedente a questo, "London Calling", fu un doppio venduto al prezzo del singolo. E lo stesso per "Sandinista!". Si, un triplo venduto al prezzo di un doppio. Quindi di 36 canzoni 12 erano offerte dai Clash. Quindi alla fine tu pagavi le 24 che ti piacevano. E le sceglievi tu. Cioè, 30 anni prima che il mondo scoprisse il termine playlist (ma anche il mitico tasto dello stereo che ti scartava le canzoni che non ti piacevano dal CD), I-Tunes, i download autorizzati dalle band di interi album (Rainbows dei Radiohead) o di parti (i Nine Inch nails con Ghosts I-IV), i Clash avevano già pensato a questo sistema. 30 anni prima. Ho finito questa recensione e sono ancora a Version City. E' veramente troppo lungo questo album. Ma non riesco ad scartare una solo canzone. Loro sono i Clash.

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