Che collaborazione strana e allo stesso tempo curiosa. Sicuramente interessante. Da una parte ecco che abbiamo quello che è considerato uno dei massimi interpreti del suo strumento per quello che riguarda la musica rock. Parlo ovviamente di Leslie Edward 'Les' Claypool, noto principalmente per essere il frontman e il vocalist (oltre che il bassista, chiaro!) dei Primus. Una delle band più apprezzate e influenti nella musica rock sperimentale e per quello che riguarda il funk e la progressive music degli ultimi venti-trent'anni.

Dall'altra parte ecco invece Sean Lennon. Il figlio di John Lennon e Yoko Ono, nato a New York City nel 1975 e nel corso degli anni, praticamente da sempre, coinvolto in una serie infinita di progetti musicali e artistici e questo a partire dal suo debutto come solista con il disco 'Into the Sun' nel 1998.

Ecco allora i Claypool Lennon Delirium, un progetto nel quale sono coinvolti anche il batterista USA Paulo Baldi e Mr Money Mark ai synth e le tastiere, musicista particolarmente conosciuto e principalmente per la sua lunga collaborazione con i Beastie Boys.

Come definire questo progetto? Una volta lo si sarebbe definito come 'supergruppo', ma lo stesso Les Claypool ha meglio definito questa operazione come una interazione musicale o jam e di conseguenza come una specie di conversazione, un incontro tra degli amici e una interazione che in qualche modo, da musicista, vuole riconoscere come la maniera più profonda di interagire possibile.

Uscito via ATO Records lo scorso giugno, 'Monolith of Phobos' include elementi tipici della musica psichedelica e dell'art rock fusi con elementi di musica pop e progressive e possiamo considerarlo nella sostanza come una miscela di quello che è il bagaglio di esperienze artistiche dei due musicisti americani e di tutto quello che hanno fatto nel corso degli anni fino ad oggi.

Influenzati ovviamente principalmente da sonorità tipiche degli anni settanta, il disco è pervaso da un'acidità MC5 e Blue Cheer. In alcune occasioni è soprattutto il basso di Claypool, è evidente, a fare da padrone e regolare e definire le strutture delle canzoni ('Captain Lariat', 'Mr Wright'). Altre volte si possono ritrovare nelle canzoni l'eco di episodi centrali della musica psichedelica britannica della fine degli anni sessanta. Ma come potrebbe essere altrimenti, se uno dei due componenti è il figlio di John Lennon del resto. 'Bubble Burst', 'Cricket and The Genie (Movement I, The Delirium)', 'Ohmerica' pagano tutte pegno ai Beatles oppure ai Pink Floyd di Syd Barrett. Ma l'album non è solo una specie di revival della musica degli anni sessanta e settanta. 'There's No Underwear In Space' anche se partendo dalle stesse premesse, ricorda alcuni degli episodi di musica più sperimentale della pop band britannica dei Blur e comunque in tutto il disco si sente anche una certa influenza della cultura indie diffusasi a partire dagli anni novanta, che poi sarebbe il background nel quale è cresciuto e si è formato Sean Lennon. E di cui egli stesso costituisce a suo modo una delle figure centrali per l'intero movimento culturale.

Che dire. Potreste probabilmente considerare questo episodio come qualche cosa di poco interessante. Questo perché al di là delle apparenze, diciamolo chiaramente: si tratta di un prodotto mainstream e come tale destinato al grande pubblico. Su questo non c'è alcun dubbio. Il disco è registrato benissimo e arrangiato ancora meglio e suona sempre in una maniera più che pulita e lineare, forse anche troppo per dare all'ascoltatore un vero e proprio profondo coinvolgimento emotivo. Ma va anche detto che le canzoni sono buone. Il sound è in qualche modo sempre 'poppy' e catchy e forse è questa la principale ragione per la quale possiamo fare una connessione a un certo tipo di sonorità che oggi definiremmo vintage. Al di là dell'attitudine all'art rock e alla sperimentazione psichedelica, non possiamo non considerare infatti questo come un album di musica pop. Perché è quello che è. Perché è easy-listening e perché ha contenuti tipici della musica pop e perché è destinato a un audience sicuramente non limitata. Ma ci può stare. In fondo va bene così. Prendere o lasciare.

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