In realtà ero intenzionato a parlarVi del meraviglioso set gutturale, a cui ho assistito di recente, dei fenomenali Tenores di Bitti Gruppo Remunnu 'e Locu: praticamente gli #analcunt proto-nuragici.

Ma sapendo che Voi snob del DeBaser non amate le cosettine eccessivamente mainstream ho dirottato le mie ciance verso qvesti trio di bifolchi anglosassoni: i La Cometa Sta Arrivando.

Tra l'altro un paio di anni fa s'erano esibiti in una amena località non troppo distante dalla residenziale sfasciapalafitta, ma, ovviamente, non ero andato a vederli: non mi piace vincere facile e, soprattutto, tendo accuratamente ad evitare la possibilità di fare pessimi incontri.

Lo dico subito: la cometa è arrivata di brvtto grazie a uno dei concerti para-pseudo-jazz più coinvolgenti a cui abbia mai assistito.
Se dovessi delineare un personale gezz-podio (dal vivo) d'ogni sempre direi che vanno collocati un pelino sotto la pantagruelica Shibusa Shirazu Orchestra e il set di quel vecchio volpone di John Zorn: visti entrambi a S.Anna Arresi Jazz nel Pleistocene.

"Ah, perché, adesso, secondo te i La Cometa Stà Arrivando suonerebbero jazz?"
[Vi ho mai detto che sento le VOCI? Però mi sa che anche Voialtri, lì, le sentite: o perlomeno testé le leggete]

Beh, sì, ecco insomma, ma forse anche no.
[Perchè alle VOCI bisogna pur rispondere qualcosa, si sà]

Va bene:
allora facciamo che è stato uno dei concerti proto-rock più coinvolgenti abbia mai assistito: dovendo delineare un rock-podio ideale (dal vero) d'ogni sempre direi un cicinin sotto il girone dantesco abitato da Crash Worship e Mr. Bungle: entrambi fruiti on steig ettolitri di anni addietro.

"Ah, perché, adesso, secondo te i La Cometa Arrivando Stà suonerebbero rock?"

Beh, no, in effetti forse no, ecco insomma, ma magari un po' anche si.

Va bene:
allora diciamo uno dei concerti alternativi - quando non hai idea di come descrivere le cose l'abulica etichetta "alternativi" resta il non plus ultra - più fiki di ogni tempo.
Ottimo quel pazzo scriteriato dietro alle tastiere che ogni 3x2 (6) si divertiva a scagliare schegge di silicio e bombe al napalm sul pubblico che neanche le plumbee atmosfere di Blade Runner.
E poi quell'altro gretto individuo alla batteria che sdoganava manrovesci e cazzotti con assoluta generosità et microchirurgica precisione: il suo dimenarsi mi ha ricordato il prodigioso drummer dei Talibam! ma con il provvidenziale dono della sintesi.

"Si, va bene, ma, esattamente, sarebbero alternativi a cosa?"

Ajø! E non mi seghisti is kallønis!
(Le maledette VOCI prima ø dopo bisøgna farle tacere in qualche mødo)


Ma poi:
non è mica colpa mia se il set a tratti sembrava una poltiglia techno-electrotecnica degna di un rave party biecamente allucinogeno e un minuto dopo si veniva catapultati in un calderone freejazz pestone, col sassofono ululante/strepitante/gracidante in pompa magna: un denso maelstrom alla stregua dei migliori scassatimpani del millennio scorso e in corso.

E loro, li sopra, parevano divertirsi un mondo a farlo.
E pure noi lì sotto a sentirli.

Aldilà delle facezie il bello di proposte come quella propugnata da Shabaka & Co. - specie se fruite da sotto il palco - è che esprimono una summa che contempla, incarna e fonde in un unico calderone ributtante e ribollente un po' il meglio delle derive stilistiche interne ai generi musicali di riferimento attualmente a disposizione.
Non è che ho capito bene cosa volevo dire, ma ormai l'ho detto.

N.A.M.:
Da scrutatore accanito di grandi programmi culinoculturali come "4 Ristoranti" desidero affibiare una Nota di Assoluto Merito (Voto 8,5) al panino ultra farcito del chiosco: non si riusciva quasi a chiuderlo da quanto era gonfio di ogni bendiddio: capocollo alla brace, melanzane, zucchine, formaggio e salse a sazietà.
Esisteva sia in versione Carnivora che Erbivora (senza capocollo: adatto a Voi bifolchi che fino a ieri ingurgitavate con gusto lo Stegosauro ai 4 formaggi e ora fate tanto gli snob!) che per una manciata di euri ha reso la lunga attesa per il concerto più sopportabile e digeribile.

Dicono che se si emette il rutto a fine pasto sia buon segno: pensate che da galantuomo dichiarato ne ho estroflesso in sequenza addirittura 3.
Come 3 erano quelli sul palco: qualcosa vorrà pur dire, no?

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