La svolta Corrs si annuncia con "Breathless", e il sensuale video nel deserto in cui la bellezza delle tre sorelle viene ben valorizzata (soprattutto la cantante e la violinista), prima di trovarsi con l'album in uscita e in copertina le tre sorelle rovinate dal troppo trucco da dive americane (anche se Andrea rimane sempre bella), solo per salvarsi in quasi tutte le immagini del libretto.
La musica si fa quasi troppo pop da metropoli americana, con sempre qualche tratto qua e là di strumenti della tradizione a ricordare che sono irlandesi (ma un album loro fatto da qualunque artista americana non sarebbe suonato diversamente). La produzione affidata a Mutt Lange, l'ex marito di Shania Twain, licenzia un successo stratosferico in tutto il mondo, Italia inclusa.
Buone canzoni, dove oggi però posso dire di mettere da parte "Somebody for someone" (l'indizio di "musica da metropoli americana" mi è venuto dal suo intro), "All in a day", "One night", "No more cry", "Give it all up"e "Say" che giudico, giusto, carine, rispetto alle altre canzoni migliori del disco (gli altri classici: "Breathless", "Give me a reason" e il rifacimento di "Radio").
"In blue" è l'ultimo capitolo della gloria mondiale dei Corrs. Gloria destinata a diminuire con gli album successivi arrivati fino a noi (dopo "Would you be happier" del "Best", intendiamoci).
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